Decreto caro voli, low cost tagliano le rotte

Ryanair riduce le frequenze su 6 tratte nazionali: c'è anche Catania

Doppio schiaffo di Ryanair e EasyJet al governo sul caro voli. La compagnia irlandese passa dalle minacce ai fatti, tagliando le rotte invernali sulla Sardegna dopo il decreto dell’esecutivo, che fissa un tetto alle tariffe per i collegamenti per le isole. E EasyJet, dopo aver incontrato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, invita il governo a ritirarlo, come aveva già chiesto Ryanair nelle settimane scorse, perché il decreto “renderà i voli più cari” e “contrasta” anche con “il principio di libertà tariffaria” stabilito dalla normativa Ue, afferma la compagnia britannica.

Ieri anche il presidente di Wizz Air, Robert Carey, aveva definito il decreto “illegale” e “soprattutto sbagliato”. In totale sono 10 le rotte sulla Sardegna colpite dalla mannaia di Ryanair, 3 cancellate, l’8% di tutto il programma invernale. “Sono qui per preannunciare purtroppo una cosa che non avremmo certamente voluto: una riduzione di quasi il 10% rispetto al programmato, ciò è totalmente legato al decreto del governo italiano che consideriamo totalmente illegale e che avrà il solo effetto di ridurre la connettività,” ha detto il direttore commerciale della low cost irlandese, Jason McGuinness, incontrando i giornalisti a Cagliari. Per il momento il ministro Urso non commenta. Ma il mese scorso aveva detto: “Se taglieranno rotte, le riempirà qualcun altro”.

Nel dettaglio, Ryanair cancella tre rotte nazionali per Trieste (da Cagliari), Bari e Treviso (entrambe da Alghero) e riduce le frequenze su altre 7 rotte, compresi 6 collegamenti nazionali essenziali per Roma, Milano (Bergamo e Malpensa), Catania, Napoli e Venezia, oltre a Bruxelles Charleroi. “Fermiamo questo decreto legge per evitare ulteriori danni irreparabili e, invece, rendiamo l’Italia più competitiva togliendo la tassa chiamata addizionale municipale su tutti gli aeroporti della Penisola”, ha aggiunto McGuinness, lanciando un appello al governo Meloni.

Dal canto suo EasyJet durante l’incontro con Urso ha sottolineato che se il contenuto del decreto “venisse confermato”, questo “porterebbe certamente ad una riduzione della attrattività del mercato italiano” per le compagnie aeree, quindi ad una “riduzione dell’offerta e della connettività da e per gli aeroporti italiani” e ad un “inevitabile incremento” dei prezzi. “Il Governo purtroppo rimarrà deluso quando scoprirà che l’effetto di questo decreto sarà di avere trascinato mercato e consumatori indietro di decenni, quando volare era un privilegio per pochi”, ha avvertito la compagnia britannica. L’annuncio di Ryanair ha innescato la reazione dei sindacati e dei consumatori. La Cgil parla di una scelta “inaccettabile”, per il sindacato di categoria Filt Cgil si “mina un settore già fortemente in difficoltà”, per la Uiltrasporti si tratta di un “inaccettabile ricatto”.

L’Unione Nazionale Consumatori invita il governo e il Parlamento “a non cedere”, sottolineando che il decreto “si limita a proibirli esclusivamente se conducono a un prezzo di vendita del biglietto o dei servizi accessori del 200% superiore alla tariffa media del volo”. Nel frattempo piccola disavventura per il numero uno di Ryanair, Michael O’Leary: si è beccato due torte in faccia a Bruxelles da due attivisti per il clima mentre era davanti al palazzo della Commissione Europea per protestare contro i ripetuti scioperi dei controllori del traffico aereo nell’Ue. “Deliziosa la crema”, ha commentato O’Leary, prendendola sportivamente. E a proposito di scioperi, i sindacati di base hanno indetto per domani uno stop nazionale di 24 ore per il comparto aereo-aeroportuale-indotto che coinvolgerà tutto il personale di terra. Ita Airways “si è vista costretta a cancellare 30 voli nazionali”, annuncia la compagnia sul proprio sito.

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