Musk finanzierà spese per vertenze causate dai tweet

Il milionario offre assistenza legale a chi ha problemi sul lavoro

Elon Musk le prova tutte per arginare l’emorragia di utenti e pubblicità dalla sua piattaforma ‘X’. L’ultima trovata del milionario è offrire assistenza legale senza limiti a chiunque abbia problemi sul lavoro, a causa di un post controverso sul social media erede di Twitter. “Se sei stato trattato ingiustamente dal tuo datore di lavoro a causa della pubblicazione o dell’apprezzamento di qualcosa su questa piattaforma, finanzieremo le spese legali. Nessun limite. Per favore, faccelo sapere”, ha scritto il patron di Tesla sulla piattaforma, senza tuttavia spiegare nel dettaglio in che modo gli utenti di X possano usufruire di questa offerta generosa.

L’idea è destinata a scatenare un polverone, come è successo nei mesi scorsi per l’introduzione della spunta blu a pagamento o della riammissione su Twitter di personaggi banditi per i loro contenuti d’odio, da Donald Trump al rapper Kanye West. Intanto, nonostante sia l’uomo più ricco del mondo, è impossibile che Musk sia in grado di pagare le spese per difendere chiunque si trovi nei guai per un post, quindi c’è il rischio di corsie preferenziali per celebrities e personaggi da milioni di follower che, probabilmente, neanche avrebbero bisogno dello scudo del magnate. In secondo luogo, e questo è il punto più delicato, non è chiaro quali siano i contenuti controversi che godrebbero di questa protezione.

Secondo l’organizzazione no profit americana Center for Countering Digital Hate (Ccdh), da quando Musk ha acquistato la piattaforma per 44 miliardi di dollari, lo scorso ottobre, incitamento all’odio e razzismo sono aumentati e ‘X’ non sarebbe intervenuto nel 99% dei casi dei post identificati come promotori di violenza. Il milionario ha denunciato il centro accusandolo di aver avviato una campagna diffamatoria per allontanare gli inserzionisti e di utilizzare procedure “sommarie” per portare avanti le sue tesi, non idonee ad “analizzare tutti i 500 milioni di post che vengono pubblicati sul servizio ogni giorno”. Che la pubblicità sulla piattaforma sia crollata da quando Musk è al timone è un fatto ed uno dei motivi, secondo gli analisti, è il suo approccio più flessibile rispetto a certi argomenti.

Nel periodo aprile-maggio i ricavi pubblicitari di Twitter erano stati 88 milioni di dollari, in calo dell’59% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E lo stesso Musk, a metà luglio, aveva rivelato che c’è stato un calo del 50% delle entrate, tanto che qualche giorno fa ha iniziato a offrire incentivi alle aziende su alcuni formati pubblicitari negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Allo stesso tempo il magnate ha messo in guardia i marchi sul fatto che perderanno la loro certificazione di ‘status verificato’ se non raggiungeranno una determinata soglia di spesa. Secondo il Wall Street Journal a partire dal 7 agosto i marchi perderanno la loro certificazione se non avranno speso 1.000 dollari in pubblicità nei precedenti 30 giorni o 6.000 nei precedenti 180 giorni.

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