Agrigento, radiofrequenze contro il dolore cronico

di Nuccio Sciacca. Primi trattamenti all’ospedale San Giovanni Di Dio

Nel linguaggio comune si è soliti indicare con il termine dolore cronico un dolore di lunga durata (oltre i 6 mesi) o che persiste oltre il normale periodo di guarigione. Invece nell’ambito della medicina del dolore viene definito cronico il dolore che indipendentemente dall’epoca di insorgenza o dalla sua durata ha provocato una vera e propria modifica dell’organizzazione anatomo-funzionale del sistema responsabile della percezione e dell’elaborazione del dolore. Insomma, tutto il sistema nervoso dalla periferia al cervello viene a trovarsi in una condizione di sensibilizzazione centrale tale per cui il malessere dovuto per esempio a una patologia in risoluzione e che verrebbe altrimenti considerato lieve o appena fastidioso, viene invece percepito come un dolore intenso.

Esistono, per fortuna, dei meccanismi naturali di protezione dal dolore che perdono, però, di efficacia man mano che vengono amplificati i fenomeni responsabili della percezione del dolore. La gestione del dolore cronico è quindi molto complessa e all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento per la prima volta, è stato eseguito nell’Unità operativa complessa di anestesia e rianimazione, diretta da Gerlando Fiorica, un trattamento di radiofrequenza pulsata gangliare per la cura, in particolare, della sintomatologia dolorosa della colonna vertebrale.

Salvatore Farruggia, responsabile dell’ambulatorio di medicina del dolore, con la collaborazione degli specialisti Massimiliano Di Miceli e Massimiliano Pinelli, è intervenuto su due donne agrigentine che, dopo il ricovero per una sola notte, sono state subito dimesse ottenendo un sensibile miglioramento delle condizioni algiche. La radiofrequenza pulsata utilizza campi elettromagnetici che, aumentando a quarantadue gradi la temperatura delle terminazioni nervose, interrompono la trasmissione dell’impulso doloroso senza arrecare nessun danno alle fibre. Nel caso specifico, l’effetto è stato realizzato attraverso un device simile ad un fibroscopio che, introdotto per via trans-sacrale e sotto guida radiologica, è stato posizionato con precisione in corrispondenza delle terminazioni nervose dei gangli della radice dorsale lungo la colonna vertebrale. Tale tecnica trova indicazioni in quei pazienti che non hanno beneficio dall’uso di farmaci o trattamenti infiltrativi invasivi oppure manifestano effetti collaterali intollerabili.

(nella foto tutta l’èquipe)

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