“Passeggeri informati tardi e senza navette”

Codacons istituisce un 'Comitato utenti vittime caos aeroporti Sicilia'

CATANIA – Viaggiatori ‘dirottati’ dall’aeroporto di Catania in altri scali costretti a spostarsi con propri mezzi, arrivi in ritardo con in volo già decollato e obbligati a fare un altro biglietto, lunghe file e mancata assistenza. Sono le segnalazioni raccolte dal Codacons dopo la chiusura del Terminal A di Fontanarossa per il rogo del 16 luglio scorso. L’associazione di consumatori segnala che utenti “sono stati costretti a spostarsi con i propri mezzi negli aeroporti di Comiso, Palermo e Trapani” perché “il sistema di trasferimento dei passeggeri con navette verso gli scali siciliani che stanno sopperendo all’emergenza pare che sia entrato a regime solo ieri”.

Inoltre, “moltissimi dei viaggiatori che sarebbero dovuti partire da Fontanarossa, e che invece sono stati dirottati su altri scali, non hanno ricevuto l’assistenza adeguata”. Anzi, sottolinea il Codacons, “molti hanno ricevuto comunicazione che il loro volo sarebbe partito da altro aeroporto, diverso da quello di Catania, solo qualche ora prima del decollo, e hanno perso il volo e sono state obbligate ad acquistare dei nuovi biglietti”. “Il danno per questi viaggiatori, quindi, è stato doppio – dice l’avvocato Bruno Messina, vice presidente regionale dell’associazione – e il Codacons, dopo aver presentato esposto alla Procura di Catania ed essersi costituito parte offesa, annuncia oggi l’istituzione del ‘Comitato utenti vittime caos aeroporti Sicilia’ per fornire assistenza legale ai viaggiatori in caso di qualsiasi criticità connessa alla chiusura dell’aeroporto Fontanarossa”.

Il Codacons riporta un caso emblematico. Una viaggiatrice, paziente oncologica residente a Ravenna, sarebbe dovuta partire da Catania per Bologna con un aereo previsto, prima del rogo del Terminal A di Fontanarossa, alle 16, ma il volo è stato dirottato a Comiso, e il bus per lo scalo ragusano è partito alle 11.30 dal capoluogo etneo. L’aereo è partito alle 21.30 dal Pio La Torre, ma la viaggiatrice, che doveva rientrare per sottoporsi a una seduta di chemioterapia, ha avuto difficoltà anche a comprare dell’acqua. “Durante l’attesa – afferma l’associazione di consumatori che ha ricevuto la segnalazione – la signora ha tentato di acquistare una bottiglietta d’acqua al bar interno all’aeroporto ma era costretta ad attendere a lungo il proprio turno in quanto erano in fila ben 857 persone. Inoltre all’interno dell’aeroporto non c’erano né aria condizionata né scale mobili, causando grande disagio. Con il passare delle ore le persone aumentavano riempendo l’aeroporto sempre di più e l’assistenza ai passeggeri totalmente assente. La Protezione civile ha allestito all’esterno un gazebo per fornire non bottigliette d’acqua, ma bicchieri d’acqua, ma anche in questo caso la fila e il caldo non rendevano agibile la fruizione all’esterno”.

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