“Catania quasi tutta senza acqua”

Sidra: "Impossibile fare previsioni sul ripristino". E nella provincia vengono toccati i 47 gradi

CATANIA – Catania ancora in condizioni tremende. Continuano le ondate di caldo, mentre rimangono i disservizi elettrici e la mancanza di luce e di acqua in molte zone della città. Oggi alle 13 era Motta Sant´Anastasia il comune più caldo della Sicilia con 47°. Alle 15.30 invece la temperatura più alta era a Borgo Pietro Lupo‚ con 47‚1°‚ tra i comuni di Mineo e Ramacca.

In diverse zone di Catania manca ancora l’acqua. Tutti gli impianti di produzione Sidra e di altri fornitori sono fermi da parecchie ore per interruzione della fornitura di energia elettrica. “La città – dice l’azienda – al momento è sostanzialmente quasi tutta senza acqua. Come comunicato da Area produzione non è possibile fare previsioni sui tempi di ripristino del servizio idrico in quanto questi ultimi dipendono dai tempi di ripristino del servizio elettrico da parte di E-Distribuzione”.

La quale, a sua volta, sottolinea che si trova “a operare di fatto in condizioni di emergenza climatica eccezionale. La temperatura dell’asfalto delle strade è rovente, sfiorando, ormai da alcune settimane, i 50 gradi. Questo, se aggiunte alla forte umidità, non consente la corretta dissipazione del calore con conseguente danneggiamento dei cavi interrati. Per fronteggiare le conseguenze dei blackout che stanno interessando principalmente la provincia di Catania è al lavoro, già da alcuni giorni, una task force composta da più di 420 tecnici, provenienti anche da altre Regioni, di cui circa 200 di imprese terze. Per limitare i disagi ai cittadini in attesa di terminare le riparazioni sono sistematicamente utilizzati per le rialimentazioni d’emergenza 5 Power Station e 40 gruppi elettrogeni”.

Il sindaco Enrico Trantino dice la sua: “Abbiamo nuovamente ingiunto a Enel Distribuzione di accelerare al massimo gli interventi di ripristino dell’energia elettrica in tutta la città pretendendo tempi certi per le soluzioni che devono comunque essere immediate, per risollevare una città messa in ginocchio da cause da noi indipendenti, più di quanto non lo fosse già per l’incendio all’aeroporto. Dobbiamo fare fronte comune per questi altri giorni che per il meteo si preannunciano terribili e rialzarci tutti insieme come sempre abbiamo fatto nella nostra storia”. Il sindaco con un’ordinanza ha disposto “che le farmacie ospedaliere e quelle di comunità assistano i soggetti che ne fanno richiesta provvedendo alla conservazione o alla sostituzione dei farmaci dalle stesse distribuiti e soggetti a deterioramento se non conservati in maniera corretta. Le farmacie ospedaliere disponibili sono nei presidi ospedalieri San Marco, Garibaldi Centro, San Luigi; gli utenti dovranno consegnare i farmaci da frigo dentro buste chiuse e trasparenti e identificate con nome e cognome, esibendo il documento di identità al triage”.

La Protezione civile regionale comunica che sta monitorando “la situazione relativa ai distacchi di corrente elettrica nel Catanese. Tutti i sindaci sono stati contattati per la verifica di le criticità relative a strutture socio-sanitarie‚ pozzi di acqua potabile‚ famiglie con anziani e bambini senza acqua o senza corrente elettrica. Sia la società Acoset e Sidra nei giorni scorsi hanno dichiarato problemi di distribuzione di acqua nel territorio”. A Catania sono stati predisposti nel complesso fieristico Le Ciminiere locali climatizzati in cui ospitare, anche nelle ore più calde, i soggetti più fragili.

“Sono giorni difficilissimi per Catania – il segretario della Cgil di Catania, Carmelo De Caudo -. Non mettiamo in dubbio il lavoro delle istituzioni in queste ore, ma farsi parte attiva durante le emergenze come quella in corso significa prendere misure eccezionali, fornendo informazioni precise alla collettività e assicurando azioni degne di un coordinamento da protezione civile. E questo non sta avvenendo. I frequenti black out non permettono l’erogazione di acqua e altri servizi fondamentali a cittadini e aziende. Stiamo toccando con mano come non basta sedersi nei posti di comando, del pubblico o del privato, per saper reagire ai problemi. Annunciare graduali e purtroppo lenti ritorni alla normalità non basta, né per lo scalo in tilt e neppure per i lavori in corso o a medio termine che promettono di cambiare le cose. Non si sta ancora facendo abbastanza”.

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