Brutte frequentazioni: graziato arbitro della finale

Champions League: partecipa a evento dell'estrema destra, Uefa accetta scuse

“Marciniak arbitrerà regolarmente la finale di Champions League tra Inter e Manchester City”. L’Uefa conferma per il match di Istanbul il direttore di gara finito nella bufera per aver partecipato a un evento organizzato da un esponente dell’estrema destra polacca dalle posizioni omofobe e antisemite. Szymon Marciniak si è scusato con una nota in cui sottolinea il suo “impegno nella lotta alla discriminazione nel calcio. In futuro sarò più attento nel valutare gli eventi e le organizzazioni con cui mi associo. Mi impegno a imparare da questa esperienza e a garantire che tali errori di giudizio non si verifichino in futuro”.

La Uefa fa sapere di aver fatto luce “con cura sulle accuse relative alla partecipazione di Marciniak a un evento organizzato a Katowice il 29 maggio scorso. Accuse prese con la massima serietà dalla Uefa poiché respingiamo inequivocabilmente i valori promossi da un gruppo legato a questo incontro. Ci siamo impegnati a raccogliere tutte le informazioni pertinenti e abbiamo chiesto urgenti chiarimenti in merito. E abbiamo ricevuto una dichiarazione dal sig. Marciniak in cui esprime le sue più sentite scuse e fornisce un chiarimento in merito al suo coinvolgimento nell’evento”.

“Desidero esprimere le mie più sentite scuse per il mio coinvolgimento e qualsiasi disagio o danno che possa aver causato – la lettera dell’arbitro designato per la finalissima del prossimo 10 giugno – . È evidente che sono stato gravemente fuorviato e completamente all’oscuro della vera natura di questo evento. Non sapevo che fosse associato a un movimento di estrema destra polacco, altrimenti avrei rifiutato categoricamente l’invito. I valori promossi da questo movimento sono del tutto contrari alle mie convinzioni personali. Voglio sottolineare il mio incrollabile sostegno ai valori dell’Uefa, l’inclusività e il rispetto per tutti gli individui. Condanno con tutto il cuore qualsiasi forma di odio, discriminazione o intolleranza, in quanto non hanno posto nello sport o nella società. Voglio anche sottolineare il mio impegno nella lotta alla discriminazione nel calcio. In futuro mi impegno a essere più accorto nel valutare gli eventi a cui partecipo. Farò tesoro di questa esperienza, per non ripetere errori in futuro. Mi scuso con i club, i giocatori, i tifosi, tutti quelli che ripongono la loro fiducia in me. Comprendo pienamente che le mie azioni hanno avuto ripercussioni oltre la delusione personale e sono pienamente preparato ad accettare qualsiasi conseguenza derivante dalla mia sconsiderata partecipazione. Chiedo umilmente un’opportunità per fare ammenda e riconquistare la vostra fiducia attraverso le mie azioni future”.

Sulla base di quanto raccolto e delle scuse dell’arbitro, l’Uefa ha deciso di confermarlo per la direzione della finale di Champions ribadendo che “si impegna a promuovere un ambiente calcistico inclusivo, rispettoso e leale e si oppone fermamente all’odio, alla discriminazione e all’intolleranza. Ribadiamo il nostro impegno a promuovere l’unità, il rispetto e il fair play all’interno del bellissimo gioco”.

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