Bar mal frequentato, questore catanese lo chiude

Era ritrovo di pregiudicati. La replica dei proprietari

CATANIA – Il questore di Catania ha sospeso per sette giorni l’attività di un bar in piazza Stazione Acquicella, segnalato dalla polizia ferroviaria come ritrovo abituale di pregiudicati (furto, truffa, ricettazione, appropriazione indebita, giochi d’azzardo, rapina, spaccio e riciclaggio). Il locale era da tempo nel mirino delle forze dell’ordine. 

Sul provvedimento di chiusura del bar i proprietari hanno inviato una nota di precisazione. “Teniamo a ribadire tutto il nostro sostegno alle iniziative delle istituzioni finalizzate alla salvaguardia della legalità in piazza Stazione Acquicella. Abbiamo dimostrato con le numerose e frequenti segnalazioni e richieste di intervento lo stato di degrado in cui versa la piazza e i ripetuti reati che ivi si consumano, anche a nostro danno (innumerevoli le segnalazioni al servizio pubblico di emergenza, nonché le rapine subite). Auspichiamo che il questore istituisca in piazza un punto fisso di polizia ovvero ripristini la sede Polfer all’interno della stazione ferroviaria, quale presidio di legalità in un quartiere assai ‘disagiato’ com’è quello di San Cristoforo. Precisiamo, tuttavia, che i fermi e le identificazioni sono avvenute all’esterno del locale e prima che i cittadini vi facessero ingresso, com’è possibile verificare dalle immagini di videosorveglianza in nostro possesso. Dunque, riteniamo che quanto asserito in ordine al fatto che tali soggetti frequentassero o stazionassero all’interno del bar sia frutto di un refuso”.

“La direzione del locale, proprio al fine di evitare che gli occasionali avventori si soffermassero all’interno, ha rimosso i tavoli e le sedute – continua la nota -. Dunque, nessuno dei soggetti identificati, che successivamente hanno fatto accesso singolarmente, si è trattenuto nel locale, se non per il tempo strettamente necessario ad acquistare generi di monopolio o bibite e alimenti. Inutile precisare che, stante la mancanza di altre attività in zona, la chiusura dell’esercizio commerciale determinerà un ancora maggiore isolamento dei luoghi. Qualora si spegnessero definitivamente anche le luci di questo esercizio la piazza rimarrebbe non presidiata neppure dalla rappresentanza della ‘società civile’. Il via vai degli avventori e le costanti lamentele del personale, fino a oggi, hanno, infatti, costituito un argine a quelle attività illecite e contrarie al buon costume che, adesso, con il locale chiuso, potranno prendere il sopravvento”.

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