Spaccio di cocaina a Lampedusa: 11 fermi

Nel luglio scorso il sequestro di 25 kg di droga NOMI-VIDEO

AGRIGENTO – Undici fermi, emessi dalla Procura di Agrigento nell’ambito di un’inchiesta antidroga a Lampedusa, sono stati eseguiti dai carabinieri del Nucleo Investigativo e della sezione operativa della compagnia di Agrigento. I provvedimenti dell’operazione Levante sono stati notificati a otto cittadini dell’isola delle Pelagie, a due di Catania e a un lampedusano residente a Milazzo (Messina). Oltre 80 carabinieri di Agrigento, supportati da colleghi di Catania e Messina, su disposizione del procuratore reggente Salvatore Vella, hanno eseguito anche numerose perquisizioni. L’inchiesta Levante è lo sviluppo investigativo del sequestro, il più grosso mai fatto a Lampedusa, di circa 25 chili di cocaina eseguito lo scorso luglio dai carabinieri coordinati dal maggiore Marco La Rovere. In quell’occasione fu arrestato anche il sessantenne Umberto Blandina che spacciava mentre era ai domiciliari. [fvplayer id=”530″]

I chili di cocaina ripescati nel canale di Sicilia sarebbero stati 150. Non soltanto i quasi 25 chili recuperati, e sequestrati, nel cortile di casa del sessantenne Ignazio Umberto Blandina (che è stato arrestato dai carabinieri lo scorso 11 luglio), ma molti di più. E’ il 26 gennaio scorso quando Blandina, nel corso di un interrogatorio, chiarisce la provenienza della ‘roba’ di cui è stato trovato in possesso, ma anche quanto già scoperto dai carabinieri grazie alle intercettazioni. Blandina – viene ricostruito nel provvedimento di fermo per 11 indiziati di delitto – dichiara di “aver incontrato, a Lampedusa, tra maggio e giugno del 2022, Salvatore De Battista che gli rappresentava che lui e altri 7 soggetti avevano ‘pescato’ a mare, un quantitativo di stupefacente pari a circa 150 chili. Il De Battista – prosegue la ricostruzione – ha chiesto a Blandina di detenere, per suo conto, una parte di droga, arrivando a consegnargli un quantitativo di circa 40 chili di cocaina, suddivisa in 40 panetti”. Alcuni degli indagati, oggi sottoposti a fermo, si sono accorti subito della scarsa qualità di una parte della cocaina che era venuta a contatto con l’acqua salata del mare. Il maxi ritrovamento, in mare aperto, di tutta quella cocaina ha determinato la saturazione del mercato illecito di stupefacenti a Lampedusa e quindi la necessità di far uscire parte della droga dall’isola dove, appunto, non si riusciva a venderla, per altre piazze della Sicilia.

“Lampedusa si conferma come una delle maggiori piazze di spaccio di cocaina dell’intera Sicilia. Una realtà in cui la sostanza viene venduta mediamente a prezzi più alti rispetto alle altre piazze siciliane. E questo per via della grande domanda di stupefacenti in un territorio così piccolo, soprattutto nel periodo estivo quando l’isola viene invasa da migliaia di turisti”. E’ stata la valutazione, dopo l’arresto e il sequestro di 25 kg di cocaina del luglio del 2022, del procuratore capo reggente di Agrigento Salvatore Vella, sottolineando “l’ottimo il lavoro e il controllo del territorio svolto dai carabinieri della stazione di Lampedusa e della compagnia di Agrigento”.

I carabinieri sono riusciti a ricostruire la rete di coloro che sono stati coinvolti nella gestione di quei 25 chili di droga recuperati in mare aperto per caso nel luglio scorso. I panetti furono issati a bordo di un peschereccio durante una battuta di pesca a strascico. Erano stati abbandonati da uno dei tanti velieri che, passando per il canale di Sicilia, trasporta, dal Nord Africa o dal Medio Oriente, ‘roba’ verso l’Italia e verso Paesi esteri. I pescatori, non sapendo dove nascondere il grosso carico, si sono rivolti ad alcuni pregiudicati dell’isola.

I 25 chili furono consegnati a Blandina che, essendo agli arresti domiciliari, venne ritenuto un insospettabile. Si sbagliavano però perché i militari dell’Arma di Lampedusa, guidati dal maggiore Marco La Rovere, avevano già un’attività investigativa puntata proprio sul sessantenne. Le intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché i monitoraggi e le investigazioni dei carabinieri, hanno consentito di fare piena luce sul traffico. Fra i destinatari dei provvedimenti di fermo, emessi dalla Procura di Agrigento che è retta da Salvatore Vella, c’è anche lo stesso Umberto Blandina.

Il decreto di fermo di indiziato di delitto – per quella che è stata l’operazione antidroga Levante – è stato firmato dal procuratore reggente Salvatore Vella e dal sostituto Giulia Sbocchia. Gli 11 provvedimenti sono stati emessi ed eseguiti dai carabinieri a carico di Dario Giardina, 41 anni, residente a Favara ma domiciliato a Lampedusa; Francesco Romano, 45 anni, residente a Lampedusa; Marco Consiglio, 41 anni, residente a Gioiosa Marea, ma bloccato a Milazzo; Salvatore De Battista, 47 anni, di Lampedusa; Domenico De Battista, 30 anni, residente a Lampedusa; Domenico Cucina, 55 anni, di Lampedusa; Nicola Cucina, 32 anni, di Lampedusa. E ancora a carico di Cristofaro Romano, 23 anni, di Catania; Davide Miotti, 37 anni, residente a Lampedusa; Basilio Riccardo Cardamone, 40 anni, residente a Lampedusa, e Angelo Scudellari, 39 anni, di Lampedusa.

“I chili della cocaina sequestrata e il numero dei fermati di oggi dimostrano come lo spaccio di stupefacenti sia un grande problema anche di questo territorio – ha detto il sindaco delle isole Pelagie, Filippo Mannino -. Plaudo all’attività dei carabinieri, ai quali sono grato, per l’importante opera di repressione messa a segno. Ma credo che oltre alla repressione sia necessario, anzi indispensabile, muoversi anche in chiave preventiva. Ed è per questo che abbiamo già attivato delle campagne di sensibilizzazione ed educazione in favore di tutta la comunità isolana”. “Mi ero già mosso con l’Asp di Palermo – ha aggiunto – e tornerò nei prossimi giorni a perorare la causa, per l’apertura, a Lampedusa, di un Sert che potrà dare assistenza alle persone che hanno problemi di tossicodipendenza. Si tratta, del resto, di soggetti deboli. Ribadisco il ringraziamento ai carabinieri, coordinati dal maggiore Marco La Rovere e alla Procura con il reggente Salvatore Vella, perché davvero si sono spesi per fare in modo che questo genere di traffici venissero stoppati”.

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