Gli amici: “Matteo era di livello superiore”

"Messina Denaro elegante e colto". Nel covo pure la biografia di Putin

PALERMO – Tra i libri trovati nel covo di vicolo San Vito, a Campobello di Mazara, ultimo rifugio del capomafia Matteo Messina Denaro, c’è anche una biografia del leader russo Vladimir Putin. Sono decine i volumi trovati nell’appartamento sugli argomenti più disparati, tra i quali anche alcuni testi storici.

“Matteo era di livello superiore. Era di un’eleganza, di uno stile per noi inarrivabili. E poi è un uomo colto. Leggeva Nietzsche, libri di romanzieri importanti, scrittori sudamericani. A volte faceva citazioni per noi incomprensibili. In 30 anni di solitudine chissà quanti libri avrà letto”, dicono gli amici di gioventù del boss in un bar di Selinunte, a 10 minuti da Castelvetrano. Nessuno vuole si faccia il proprio nome e nessuno rinnega quell’amicizia. “Matteo è una persona gentilissima, generosa. Forse avrà una doppia personalità considerate le tante condanne. Ma con gli amici era un galantuomo”, dice chi lo ha conosciuto bene tanto da finire in galera per averlo aiutato.

“Quello che mi ha stupito – aggiunge – è sapere che ha consentito a fare un selfie col medico della clinica dov’è stato operato. Lui non amava farsi ritrarre, ed era pure latitante. Mi chiedo perchè si sia fatto quella foto”. Cresciuto a Castelvetrano Messina Denaro ha frequentato le elementari nella scuola Ruggero Settimo, le medie all’istituto comprensivo Capuana-Pardo e poi si è iscritto all’istituto tecnico commerciale ma non avrebbe terminato gli studi. “E’ vero che aveva la passione per la bella vita, le donne, le auto. Ma da giovane quale ragazzo non l’ha?”, dice un altro amico.

“Aveva una Bmw, se non ricordo male una E30, poi ha comprato una Lancia Delta integrale e infine la Porsche Carrera”. Messina Denaro, spiega chi lo ha conosciuto, amava giocare a carte, soprattutto a Chemin de fer. E frequentava il circolo Pirandello e il circolo Gioventù. C’è chi ricorda il giorno in cui con l’accendino diede fuoco a un assegno di 800 mila lire, che era girato tra i tavoli da gioco e che alla fine arrivò a lui, e si accese una Merit. I soldi erano stati persi da un suo amico.

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