‘Impresentabili’: 4 sono a Palermo

Amministrative: nella black list dell'Antimafia 3 nel centrodestra e uno del Pd

PALERMO – Sono 18 i candidati alle elezioni amministrative di domenica ritenuti “impresentabili” dalla Commissione Antimafia, secondo il codice di autoregolamentazione dei partiti e la legge Severino. Un elenco ultimato a poche ore dal silenzio elettorale, frutto dello scrutinio della Commissione, con l’aiuto della Direzione nazionale antimafia, di procure e tribunali.

A Palermo sono 4 gli impresentabili: tre del centrodestra e uno del Pd. Per il centrodestra Totò Lentini, Giuseppe Milazzo e Francesco La Mantia; Giuseppe Lupo per il Pd. Per Francesco La Mantia della lista “Noi con l’Italia” in sostegno di Roberto Lagalla, l’Antimafia segnala la condanna per riciclaggio; Totò Lentini che guida la lista ‘Alleanza per Palermo’ (anche questa in appoggio a Lagalla) è finito nella black list per tentativo di concussione (dibattimento in corso); Giuseppe Lupo del Pd (sostiene Franco Miceli) per corruzione; Giuseppe Milazzo di Fratelli d’Italia (Lagalla) per concussione (dibattimento in corso).

E proprio mentre si compievano le ultime verifiche a Roma, da Palermo arrivava la notizia dell’arresto di un altro candidato, Francesco Lombardo di Fratelli d’Italia. Sarebbe stato comunque “presentabilissimo”, ha sottolineato il presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra. A Palermo Palermo, molti degli “impresentabili” sono in altri capoluoghi, e non solo al Sud: anche a Piacenza, Verona e Gorizia. A Frosinone è stato identificato come impresentabile anche un candidato sindaco, Mauro Vicano, di una lista civica. Un dato sottolineato da Morra: “Chi ha fatto le liste poteva essere più prudente”. Alcune situazione emerse “sono imbarazzanti”.

Estorsioni, riciclaggio, corruzione, concussione sono alcuni dei reati contestati ai candidati impresentabili, il cui numero è esattamente il doppio rispetto alla precedente tornata elettorale dello scorso autunno, ma sono molti di più anche i candidati vagliati, 19.782 (erano stati 12 mila la volta scorsa) in 57 consigli comunali, 4 capoluoghi di regione (Genova, L’Aquila, Catanzaro e Palermo) e 22 capoluoghi di provincia in 14 regioni.

“Le cose avvenute a Palermo rattristano”, ha detto Morra, rilevando tra l’altro che i due candidati Lombardo e Polizzi, sarebbero stati “presentabilissimi” perché lo scrutinio della Commissione si basa su “criteri giuridici”. “I partiti che avevano votato all’unanimità la possibilità di sottoporre preventivamente alla Commissione Antimafia le loro liste, al fine di ripulirle da eventuali impresentabili, hanno deciso all’unanimità di non avvalersi questo strumento – ha ammonito Morra -. E adesso sono gli elettori quelli che dovranno selezionare, distinguere ed eventualmente censurare”. Dopo l’arresto di Lombardo, il candidato sindaco a Palermo per il centrodestra Roberto Lagalla chiede ai partiti “le dimissioni di quanti, eventualmente eletti, risulti avere legami con Cosa nostra. Se ciò non avverrà sarò io a rassegnare le dimissioni”.

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