L’appello pasquale non ferma le bombe

Il papa e l'Onu chiedono una tregua in Ucraina, ma i russi non si fermano

Appelli alla tregua e nuovi scontri e bombardamenti. La Pasqua ortodossa, che si celebra oggi, è segnata da queste due dinamiche contrapposte in Ucraina. Mentre si attende a Kiev l’arrivo del segretario di Stato e del ministro della Difesa americani, Antony Blinken e Lloyd Austin – annunciato ieri sera dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma non confermato da Washington -, le Nazioni unite e papa Francesco hanno lanciato nuovi appelli per un cessate il fuoco. L’Onu chiede una tregua “immediata” a Mariupol per evacuare i civili dalla città ucraina assediata dalle forze russe e Bergoglio, durante la preghiera del Regina Caeli, rinnova il suo “appello a una tregua pasquale, segno minimo e tangibile di una volontà di pace: si arresti l’attacco per venire incontro alle sofferenze della popolazione stremata”.

“E’ triste che in questi giorni che sono i più santi e solenni per tutti i cristiani si senta più il fragore mortale delle armi anziché il suono delle campane che annunciano la Resurrezione. Ed è triste che le armi stiano sempre più prendendo il posto della parola”, ha aggiunto il pontefice. Domani inizia inoltre la missione del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, che arriverà Ankara per incontrare il presidente turco Recep Tayyip Erdogan – che ha già lavorato a una mediazione di pace fra Mosca e Kiev, organizzando incontri bilaterali a Istanbul – per poi andare martedì a Mosca, dove si riunirà con il presidente Vladimir Putin, prima di viaggiare a Kiev giovedì. Zelensky ha criticato quello che ha definito l’itinerario “illogico” di Guterres. “La guerra è in Ucraina, non ci sono corpi nelle strade di Mosca. Sarebbe logico che prima veda la gente qui e le conseguenze dell’occupazione”, ha spiegato.

Un nuovo tentativo per aprire un corridoio umanitario a Mariupol è in corso: l’inizio delle operazione era previsto per mezzogiorno. Le autorità ucraine hanno messo in guardia i civili che aspettano per essere evacuati, chiedendo loro di “stare attenti e vigili” perché esiste il rischio che i russi possano organizzare un “corridoio parallelo” che porti verso territori sotto il loro controllo. Il ministero della Difesa russo informa che finora la Russia ha portato quasi un milione di cittadini ucraini dai territori militarmente occupati in Ucraina: per l’esattezza 951.000, di cui 174.689 bambini. Almeno un centinaio di civili di Mariupol sono rifugiati nei bunker sotterranei dell’acciaieria Azovstal, ultimo bastione in mano alle truppe ucraine. E’ da lì che il vice comandante del reggimento Azov, capitano Sviatoslav Palamar, ha diffuso un appello via video. “Oggi, a Pasqua, gli invasori russi continuano a bombardare e tentare di assaltare l’impianto, ha raccontato Palamar, prima di aggiungere: “Ricordate, proprio ora che condividete le immagini di Pasqua e vi godete la tregua, il nemico sta sganciando bombe sulle teste di bambini innocenti a Mariupol, con attacchi aerei, cannoni, carri armati e cannoni navali”.

Molto colpita anche la città portuaria di Odessa: sono almeno 8 i morti nei bombardamenti di ieri e le autorità temono ora la possibilità di un attacco chimico nel porto. Mosca afferma infatti che Kiev starebbe pianificando un’operazione provocatoria con l’uso di ammoniaca nel porto, per attribuirne la colpa alle forze russe e accusarle di aver preso di mira i civili. Affermazione che Kiev interpreta invece come una minaccia camuffata da avvertimento: sarebbe proprio Mosca dunque a voler sferrare un attacco chimico sul porto di Odessa. Dopo la bimba di tre mesi morta ieri nella città insieme alla madre e la nonna, altre due piccole vittime -14 e 5 anni – sono state uccise nei violenti combattimenti in corso nel Donetsk. Secondo un rapporto dell’Onu aggiornato al 21 aprile sono 184 i bambini uccisi e 286 quelli feriti dall’inizio dell’invasione.

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