I russi entrano a Mariupol: ‘Civili in trappola’

Zelensky: "Impediscono l'evacuazione, sequestrato convoglio di 11 bus"

Le forze ucraine combattono ormai all’interno della città portuale di Mariupol, nel sud del Paese, dove truppe russe e della repubblica separatista del Donbass sono riuscite a penetrare nella zona urbana, dopo più di 20 giorni di assedio e bombardamenti. La situazione umanitaria a Mariupol, già descritta come “apocalittica” dalla Croce rossa, resta molto grave. Human Right Watch, che ha raccolto la testimonianza di fonti locali, la descrive come “un gelido paesaggio infernale, ricoperto di cadaveri e di edifici distrutti”.

La vicepremier ucraina Iryna Vereshchuk ha informato che dopo trattative con i russi nove corridoi umanitari sono stati concordati per oggi, ma non per uscire da Mariupol. Il presidente Volodymyr Zelensky denuncia che le forze russe hanno “sequestrato” un convoglio umanitario di 11 autobus vuoti e catturato gli autisti, impedendo l’evacuazione dei civili.

Zelensky ha anche accusato la Russia di aver sparato “più di mille missili contro le pacifiche città dell’Ucraina, alcune rase al suolo”. Proseguono infatti i bombardamenti di diversi centri urbani: stamane due bambini e un adulto sono morti in un edificio residenziale a Rubizhne, nel distretto di Luhansk, colpito da una bomba, mentre quattro civili sono rimasti feriti in un attacco contro una zona residenziale di Kiev.

Secondo il governo ucraino, nella notte è stato colpito anche un ponte sul fiume Desna a Chernihiv -130 chilometri a nordest di Kiev- ritenuto cruciale per portare aiuti umanitari ed evacuare civili. L’esercito ucraino informa anche che Mykolaiv, nel sud del Paese, è sotto il suo controllo e “al momento relativamente sicura”, con le truppe russe a circa 40 km dalla città.

Attesa per gli importanti appuntamenti internazionali domani a Bruxelles: Consiglio Europeo, vertice Nato e G7. Secondo i media americani il presidente Joe Biden -che viaggia domani alla capitale belga- annuncerà nuove sanzioni, questa volta contro 300 membri della Duma. E intanto cresce ancora la tensione fra Washington e Mosca, dopo le dichiarazioni del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che hanno scatenato forti critiche. “Ci sono forti prove che gli Stati Uniti stiano sviluppato programmi di bio-laboratori sul territorio di vari Paesi confinanti con la Federazione Russa, tra cui il territorio dell’Ucraina”, ha detto Peskov, ripetendo accuse che Washington già ha respinto nei giorni scorsi. Il portavoce russo ha anche segnalato che la Russia utilizzerà le sue armi nucleari se vedrà “la sua stessa esistenza minacciata”. “Questo non è il modo in cui dovrebbe agire una potenza nucleare responsabile”, ha commentato il Pentagono. L’ambasciatore ucraino in Italia, Yaroslav Melnyk, ha detto che le parole di Peskov sono “da irresponsabili”, perché “usare le armi nucleari sarebbe tragico non solo per l’Ucraina ma per tutto il mondo”, aggiungendo però che “non possiamo escludere niente in questa situazione”.

Nell’udienza generale, il papa è tornato a parlare della guerra in Ucraina. “Persone sfollate, persone che fuggono, persone morte, persone ferite, tanti soldati caduti da una parta e dall’altra – ha detto – sono notizie di morte”. “Con la guerra tutto si perde”, ha aggiunto, auspicando che “i governanti capiscano che comprare armi e fare armi non è la soluzione al problema”. L’ambasciata ucraina presso la Santa Sede assicura che farà il possibile per organizzare la visita del papa a Kiev.

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