Pozzallo, dalla nave ong alla nave quarantena

Sbarcati 70 migranti, alcuni necessitano di cure. Geo Barents in cerca di porto sicuro

E’ attraccata a Pozzallo, proveniente da Lampedusa, la nave Mare Jonio della Ong Mediterranea Saving Humans con a bordo 70 migranti. La macchina dell’accoglienza in banchina ha avviato le operazioni di soccorso e le procedure di screening anti-Covid. Dopo aver eseguito i tamponi ai 70 migranti, tutti con esito negativo, le operazioni sono continuate con le identificazioni e il trasferimento di 67 di questi nella nave quarantena Aurelia. I rimanenti tre migranti, accertata la loro condizione di minori, sono stati ospitati nell’hotspot. “Accogliere essere umani è sempre un dovere. Non ci tireremo mai indietro”, ha detto il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna.

Invece, è in navigazione verso Nord la nave Geo Barents di Medici senza frontiere che ha tratto in salvo 439 migranti in sei diverse operazioni di soccorso al largo delle coste libiche, l’ultima delle quali avvenuta il 21 gennaio scorso. L’organizzazione umanitaria ha chiesto alle autorità italiane e per due volte a Malta l’assegnazione del “porto sicuro”, ricevendo però un secco rifiuto da parte delle autorità de La Valletta. La situazione a bordo della nave, dove l’equipe sanitaria di Msf sta curando numerosi minori e persone sottoposte a torture e violenze nei campi di detenzione libici, è sempre più difficile come sottolinea in un video messaggio anche Riccardo Gatti, responsabile delle operazione di soccorso della Geo Barents.

“Tutte le persone a bordo sono stanche e stremate dal lungo viaggio in mare e dalla permanenza in Libia caratterizzata da violenze e torture” afferma Alida Serrachieri, responsabile medico a bordo della Geo Barents. “Dopo le visite mediche effettuate a bordo – aggiunge – abbiamo riscontrato persone con traumi o affette da malattie croniche. Le cattive condizioni meteo di questi giorni hanno accresciuto il malessere generale delle persone a bordo. Siamo ora in attesa di un porto sicuro in modo tale che tutte le persone possano avere un’adeguata presa in carico”. 

 

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