Selene e la sua famiglia tra le macerie. “Intervento su gas 5 giorni prima”

Disastro di Ravanusa. Trovati i corpi della donna incinta, di suo marito e dei genitori di quest'ultimo. Localizzata l'area dove si trovano gli altri 2 dispersi FOTO - VIDEO

RAVANUSA – A 36 ore dall’esplosione per una fuga di gas a Ravanusa che ha distrutto 4 palazzine e ne ha devastate altre 4, sale a sette il bilancio ufficiale delle vittime della tragedia: GUARDA LE FOTO. Dopo un’intera notte di scavi tra le macerie i vigili del fuoco hanno estratto 4 corpi: quello di Selene Pagliarello, l’infermiera incinta al nono mese che avrebbe dovuto partorire la settimana prossima, quello del marito Giuseppe Carmina e quello del suocero Angelo Carmina.

Il quarto dovrebbe essere, anche se ancora non c’è stata l’identificazione ufficiale, quello di Carmela Scibetta, la moglie del professore Pietro Carmina, il cui corpo era stato recuperato ieri assieme a quello di Enza Zagarrio, la moglie di Angelo Carmina, e di Gioachina Calogera Minacori. La donna è la moglie di Calogero Carmina (88 anni) e madre di Giuseppe Carmina (59): i due sono gli ultimi dispersi e i vigili del fuoco li stanno ancora cercando, ma sembrano avere localizzato il punto in cui i due potrebbero trovarsi, secondo quanto confermato dal comandante Giuseppe Merendino.

I quattro corpi trovati questa mattina erano tutti nello stesso punto: in quello che era il terzo piano del palazzo di quattro crollato in seguito all’esplosione. I vigili del fuoco li hanno individuati sotto una montagna di calcinacci, pezzi di cemento e tondini di ferro. Gli unici sopravvissuti all’esplosione sono due donne: Giuseppina Montana e Rosa Carminia, entrambe estratte dalle macerie nella tarda serata di sabato. “Il ritrovamento della donna incinta, recuperata stamattina assieme al marito e al suocero, ha generato molta tristezza. Aspettava un bambino che doveva nascere tra pochi giorni, era la persona che avremmo voluto trovare ancora viva – commenta il comandante dei vigili del fuoco di Agrigento – Purtroppo solamente il primo giorno, nelle prime ore, siamo riusciti a recuperare vive due donne – aggiunge – erano dentro l’edificio che è crollato ma tra i due piani in delle aree dove si è mantenuta una bolla d’area, e questa è stata la loro fortuna”.

Le operazioni di ricerca, hanno ribadito i vigili del fuoco, andranno avanti fin quando tutti i corpi non saranno stati trovati. Poi si passerà alla rimozione delle macerie per arrivare a individuare il punto in cui c’è stata la rottura della tubatura che ha provocato la strage. Una fase che si aprirà con un nuovo sopralluogo dei magistrati e degli investigatori e che di fatto sarà il primo passo dell’inchiesta per individuare eventuali responsabili della tragedia.

INTERVENTO SULLA RETE GAS. Intanto i carabinieri hanno accertato che cinque giorni prima della strage c’è stato un intervento di manutenzione ordinaria sull’impianto della rete di metano che non aveva evidenziato alcuna criticità. I militari ora dovranno acquisire il verbale d’intervento per verificare chi abbia materialmente eseguito il collaudo e se sia stato fatto a regola d’arte. Nelle prossime ore gli investigatori acquisiranno il verbale di quel controllo e sentiranno chi lo ha effettuato per conto di Italgas.

Per tutta la giornata di ieri sono invece stati ascoltati decine di abitanti della zona e anche i tecnici per cercare riscontri alla voce, sostenuta anche da un consigliere comunale, in base alla quale nei giorni scorsi si sarebbe sentito un odore di gas proprio nella zona in cui poi c’è stata l’esplosione. “Allo stato – ha però ribadirò il comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento, Vittorio Stingo – nessuno ha confermato l’ipotesi di un odore di gas nei giorni scorsi. Non ci sono state segnalazioni né a noi né all’Italgas né all’amministrazione comunale. In ogni caso continueremo a fare tutti gli accertamenti necessari per verificare questa voce”.

Quanto alle cause che hanno provocato l’accumulo di gas nel sottosuolo, il colonnello ha sottolineato che al momento non è possibile stabilirle. “Potrebbe essere stata una frana, questa è una zona con una elevata fragilità idrogeologica, ma non è escluso neanche che ci possa essere una cavità sotterranea naturale. Non lo sappiamo ancora, lo potremo verificare quando saranno rimosse le macerie”.

SOCCORSI HANNO FUNZIONATO. Il prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa, a Ravanusa (Ag) per un sopralluogo fa il punto sui soccorsi. “L’unica cosa di cui sono contenta, in questa tragedia, è che il sistema di soccorso ha funzionato perfettamente, con la tempestività, l’impegno e la serietà da parte di tutti. Fin da subito è stata inquadrata la situazione in tutta la sua drammaticità. Il resto si scriverà nei prossimi giorni. C’è tanto lavoro da fare, ci sono persone senza casa, persone in difficoltà. Ieri col presidente Musumeci abbiamo condiviso che questa comunità deve essere sostenuta, non possiamo lasciarla sola. Se ci sono delle colpe si accerteranno. Ci sono famiglie distrutte”.

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