Ospedale di Lipari in agonia, appello a Draghi

Carenza di medici e servizi ridotti all'osso, eoliani esasperati

LIPARI – Per l’ospedale di Lipari che continua ad essere in agonia per la carenza di medici e per la chiusura del punto nascite, della camera iperbarica e della sala operatoria che funziona se ci sono gli anestesisti, il comitato “L’ospedale di Lipari non si tocca” guidato da Antonella Longo, Silvia Carbone e Giovanna Maggiore, si è rivolto anche al premier Mario Draghi e al ministro della Salute, Roberto Speranza.

“Chiediamo a gran voce – hanno scritto – l’applicazione della legge speciale sulle isole minori, in discussione da ormai quattro anni, che consentirà a queste isole di poter avere una sanità che rispetti i Lea (livelli essenziali assistenziali), per il diritto alla cura e all’ assistenza di circa 20mila eoliani. I disagi sono enormi e numerosi, tutti a carico degli abitanti, sparsi in sette isole, con le difficoltà proprie delle isole minori (mancanza di collegamenti e porti adeguati, servizi ridotti)”.

“Un paziente con un’embolia – hanno puntualizzato i rappresentanti del comitato – non può essere trasportato in elicottero, ma solo con l’aliscafo e nelle isole gli spostamenti sono condizionati dalle condizioni meteo e del mare. Chi vive sulla terra ferma può curarsi in sicurezza perché si può spostare, “noi isolani no!”. C’è una camera iperbarica a Lipari. Sarebbe utile per moltissime cure, ma anche per le emergenze legate alle embolie ma il servizio é chiuso per mancanza di personale: non ci sono anestesisti. Da circa due mesi, con l’emergenza delle emissioni gassose nell’isola di Vulcano, tutte le misure adottate vedono il coinvolgimento di personale e strumenti provenienti dalla Sicilia.

“Essendo a rischio l’erogazione di un pubblico servizio – conclude la nota del comitato – abbiamo inviato un esposto alla Procura e alla Prefettura con oltre 3200 firme”. Al momento il commissario dell’Asp Bernardo Alagna non ha rilasciato dichiarazioni.

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