Femminicidio di Lineri, l’indagato non si trova

Irreperibile dalla sera del delitto

CATANIA – Continuano le ricerche dell’uomo indagato per l’omicidio a colpi di pistola della 27enne Giovanna Cantarero, detta Jenny, uccisa nella tarda serata dell’altro ieri in una strada della periferia tra Misterbianco e Catania. L’uomo avrebbe avuto una relazione definita “burrascosa” con la vittima ed è irreperibile dalla notte del delitto. E il fatto che non si presenti getta, secondo gli investigatori, pesanti ombre su di lui. 

Cantarero è stata assassinata mentre aspettava la madre con una collega che ha assistito alle fasi dell’omicidio, dopo aver finito il turno nel panificio dove lavorava. La giovane, occhi azzurri, minuta col volto da bambina, aveva una figlia di circa 4 anni, nata dalla relazione con un altro uomo.

I carabinieri continuano la caccia con posti di blocco ma soprattutto tentando di trovare l’indagato da amici o parenti che potrebbero dargli ospitalità. Gli investigatori e la Procura hanno le bocche cucite sull’inchiesta. Mentre attendeva fuori è giunto un uomo – col volto coperto dice la testimone – che avrebbe chiamato la vittima per nome e poi avrebbe esploso tre colpi di pistola: uno avrebbe colpito Cantarero al volto. La donna si è accasciata facendo cadere il sacchetto col pane che teneva in mano. L’assassino si poi è allontanato forse con uno scooter.

Il sindaco di Misterbianco, Marco Corsaro, dice che non conosceva la ragazza, che andava nella frazione di Lineri solo per lavorare. Cantarero viveva a Catania e non aveva amici o legami nel comune confinante. Il delitto di Jenny ricorda quello di Vanessa Zappalà, 26 anni, uccisa ad Aci Trezza frazione di Aci Castello dal suo ex fidanzato mentre passeggiava con amici sul lungomare. L’assassino Antonino Sciuto, che dopo il delitto si è suicidato impiccandosi, era però stato denunciato dalla vittima ed era sottoposto, dopo un periodo ai domiciliari, al divieto di avvicinamento.

Giovanna Cantarero nonostante le prime notizie che parlano di una relazione difficile, con litigi quasi quotidiani con l’uomo ricercato, non ha mai presentato denunce. Questo ha reso più difficili all’inizio le indagini. Gli investigatori hanno dovuto ricostruire con le testimonianze dei familiari il reticolo di amicizie e legami della vittima. Un altro femminicidio nel Catanese è avvenuto il 21 settembre scorso quando Ada Rotini, 46 anni, che faceva la badante a Bronte è stata assassinata dal marito, Filippo Asero, 47 anni, nel giorno della prima udienza della loro separazione di un matrimonio celebrato nell’agosto del 2020 e durato meno di un anno. L’uomo colpì la donna decine di volte con un coltello, davanti alla casa in cui avevano abitato insieme, in via Boscia, dove lei era andata per prendere degli effetti personali in compagnia della sorella e dell’anziano per cui lavorava.

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