Studio siciliano sulla sindrome post Covid

di Nuccio Sciacca - L’indagine curata dall’Università di Catania e dall’Asp di Ragusa

L’impatto sulla salute della sindrome post Covid-19 è ormai oggetto di numerosi studi. All’inizio della pandemia si riteneva che il Covid-19 fosse una malattia a breve termine. Recentemente, tuttavia, è diventato chiaro che in alcuni pazienti i sintomi debilitanti persistono per settimane o addirittura mesi e in alcuni di questi pazienti i sintomi non sono mai scomparsi. Sono stati documentati danni permanenti a molti organi o sistemi, tra cui polmoni, cuore, cervello, reni e sistema vascolare. Proprio il ritmo lento del recupero spiega facilmente la durata della “sindrome post Covid”.

Non sono pochi i pazienti che riferiscono che i loro sintomi vengono sminuiti. Viene detto loro che forse stanno esagerando, immaginando o addirittura inventando la loro malattia che cambia la vita. Per alcuni, praticare semplici attività fisiche, come alzarsi dal letto, prendersi cura di sé, preparare pasti semplici e fare la doccia, può essere estenuante. Essere incapaci di prendersi cura di se stessi e delle proprie famiglie, non essere in grado di lavorare e perdere reddito e non usufruire possibilmente di un’assicurazione sanitaria fornita dal datore di lavoro comportano ulteriori oneri.

Quello che per gli inglesi è il Long Covid è per noi sindrome Post Covid, ma i sintomi coincidono e indicano l’insieme dei disturbi e delle manifestazioni cliniche che persistono dopo l’infezione, rappresentando quindi la continuazione della malattia. Gli strascichi a volte sono così severi da impedire alla persona che ne soffre di ritornare a condurre una vita normale con le conseguenti ripercussioni sull’attività lavorativa.

Il dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Catania, diretto da Francesco Purrello, ha così stipulato un accordo di collaborazione con l’Asp di Ragusa, sotto la responsabilità scientifica di Caterina Ledda (nella foto), docente di Medicina del lavoro, e di Mario D’Asta, dirigente medico della Residenza Sanitaria Assistenziale Covid dell’Asp di Ragusa. Faranno parte del gruppo di lavoro anche Venerando Rapisarda, docente di Medicina del lavoro del Medclin, Raffaele Elia, direttore sanitario dell’Asp di Ragusa e Maria Antonietta Di Rosolini, direttore del reparto di Malattie Infettive del P.O. Giovanni Paolo II di Ragusa.

Si studieranno le sequele del Covid-19 a lungo termine nella popolazione lavorativamente attiva. In particolare gli effetti infiammatori, metabolici e i meccanismi molecolari della sindrome post Covid in età da lavoro e le strategie di riabilitazione al fine di promuovere il lavoro sostenibile e in buona salute e mitigare la prematura diminuzione della capacità di lavoro stessa.

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