‘Agata senza processione? Catania non si divida in 2’

Marano: "Sospensione inevitabile, ma c'è chi vuole la festa a tutti i costi"

“Ritengo inevitabile la decisione dei vescovi siciliani di sospendere le processioni. Un fatto che tocca tutti i catanesi perché non potremo vivere i momenti più intensi in strada con la nostra Agata. Ma occorre lasciare lavorare serenamente le autorità religiose e istituzionali”. Francesco Marano, componente emerito del Comitato della Festa di Sant’Agata, cerca di spegnere le polemiche.

“Le indicazioni delle autorità sanitarie – prosegue Marano – e l’andamento della pandemia con le nuove variabili (l’ultima di questi giorni) sono fattori che impongono assoluta attenzione. C’è un tentativo, francamente sbagliato e pericoloso, di estremizzare le posizioni e dividere la città tra chi vuole a tutti i costi lo svolgimento delle processioni e chi invece consiglia prudenza. Tutti i catanesi, senza distinzioni, amano Sant’Agata e la festa. Ma amare la nostra patrona significa anche non mettere a repentaglio la salute dei catanesi. Ricordiamo che, durante la Festa del 2020 svoltasi in maniera regolare, la città è passata fortunatamente indenne all’avvio della pandemia e del Covid, che in Nord Italia già circolava nel febbraio di quell’anno senza che se ne sapesse nulla”.

Marano specifica che “se ci saranno le condizioni per un’esposizione del busto e delle reliquie in totale sicurezza, sanitaria e di ordine pubblico, non solo in cattedrale ma anche all’esterno, si potranno valutare varie soluzioni. Ma non sono scelte che si possono prendere a cuor leggero, ci sarà tempo per analizzare la situazione senza forzature. D’altronde nel corso dei secoli la festa in alcuni anni è stata annullata ed è poi tornata in tutto il suo splendore. E anche se con tristezza e senza processioni riusciremo a vivere al massimo la nostra devozione”.

“Una proposta, però, – conclude – mi sento di farla: oltre alla devozione personale che potrà sempre essere manifestata, ci sono tante iniziative collaterali, a partire da quelle culturali e sociali, o al grande progetto Unesco, che compatibilmente con le restrizioni Covid possono essere riproposte da chiunque, anche in un’edizione incompleta”.

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