Catania, un’altra mazzata

Sigi paga una sola mensilità: nuova penalizzazione in arrivo. Nicolosi: "Ecco perché non siamo riusciti a provvedere. Se ciascuno facesse la propria parte..."

La corsa contro il tempo è stata vana e infruttuosa. Come già accaduto ad agosto, Sigi non è riuscita a rispettare le scadenze federali per il pagamento degli emolumenti ai tesserati.

Servivano 500 mila euro per onorare gli adempimenti entro oggi ed evitare un nuovo deferimento e la conseguente penalizzazione, ma la società proprietaria del pacchetto azionario del Calcio Catania è rimasta lontana da quella cifra. 

Nel dettaglio, sono stati versati 30 mila euro da Gaetano Nicolosi, 25 mila euro da Giovanni Ferraù tramite una sponsorizzazione, 10 mila da Stefania Baudo e circa 3 mila euro da altri soci di minoranza. Sigi ha potuto così garantire il pagamento di una sola mensilità ed impegnarsi a saldarne un’altra a breve, comunque troppo tardi per evitare sanzioni. 

“Da un po’ io e Palma – ha detto Nicolosi a Corner su Telecolor – facciamo fronte a quasi tutte le scadenze, non c’è grande partecipazione da parte degli altri. I presupposti venuti meno per onorare gli adempimenti sono stati due. In primo luogo il mancato versamento di una somma che dovevamo ricevere dalla Lega e che non abbiamo percepito a causa di un pignoramento da parte di soggetti vicinissimi alla vecchia gestione”.

“Inoltre – ha proseguito Nicolosi – non siamo riusciti a mettere a reddito Torre del Grifo. La vecchia gestione per Torre del Grifo accusava perdite per oltre un milione, noi con la cessione di ramo d’azienda avremmo un importante ricavo e non ci troveremmo più a carico utenze e lavoratori trasformando così un costo in un ricavo. Purtroppo si è perso del tempo”.

“Non ho gettoni per la giostra per tutti – ha aggiunto Nicolosi – qualcuno dovrebbe dare un contributo. Da noi non c’è una rottura, ci sono diversità di vedute. Lo statuto Sigi? Ho fatto un errore a non leggerlo prima. Il futuro? Non posso rispondere per tutti e non posso provvedere a tutto. L’obiettivo di Sigi era salvare la società dal fallimento e trovare un interlocutore: non volevamo specularci, al contrario di ciò che dice qualcuno. Se ciascuno facesse la propria parte il progetto sarebbe ancora vivo”.

“Interlocuzioni? Le abbiamo, ma non ne voglio parlare perché non voglio fare circolare speranze a vuoto. Il nostro obiettivo è portare la squadra a completare il campionato, anche se mettere d’accordo 24 sconosciuti non è facile. Andare avanti da solo? Con due-tre soci che riescono a fare la loro parte perché no, una società più snella può attrarre meglio gli investitori. Ai tifosi nell’incontro di venerdì ho spiegato la situazione reale, nessuno può fare miracoli. Da solo non sono nelle condizioni di farli. Pensiamo positivo e cerchiamo di essere compatti”. 

 

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