“Lo Stato valuti l’obbligo vaccinale per gli over 50”

Razza: "Scelta di responsabilità, renderebbe meglio del Green Pass. Vaccino o cure? Non c'è antitesi"

“Oltre il 90% dei ricoveri in terapia intensiva sono di non vaccinati. Lo sforzo che io sto facendo in queste settimane è quello di far comprendere che non c’è antitesi tra il vaccino e la cura. Ed è sbagliato, come tante volte leggiamo anche sui social network, mettere l’uno contro l’altro le cure domiciliari o la diagnosi contro il vaccino. Il vaccino è uno strumento di prevenzione straordinario: sono convinto che andando incontro ai cittadini , e aumentando ancora di più il rapporto con i medici di medicina generale, potremo riuscire in questo obiettivo, tenuto conto che la Sicilia è la sesta Regione in Italia per il numero complessivo di dosi vaccinali che sono state inoculate”. L’assessore alla Salute della Regione siciliana, Ruggero Razza, continua a sostenere e a promuovere la campagna vaccinale.
“Ritengo che il mese di settembre, e soprattutto la prossima settimana – sottolinea l’assessore durante una intervista a Sky – potrà verificarsi un ulteriore aumento dei contagi, ma sono ragionevolmente convinto che l’adesione alla campagna vaccinale, con alcune delle misure che si stanno adottando, farà registrare dei segnali positivi”.
“Obbligo vaccinale per gli over 50? E’ una decisione che lo Stato deve iniziare a valutare – continua l’assessore – Personalmente ho detto che in alcune fasce d’età l’introduzione dell’obbligo vaccinale è un’assunzione di responsabilità da parte dello Stato, e forse renderebbe meglio del Green pass perché qualche polemica in più che ha determinato la certificazione verde è stata legata all’aver trasmesso la sensazione che si voleva utilizzare questo strumento al posto dell’obbligo vaccinale”.
“Noi oggi, con un’ordinanza del presidente Musumeci, stiamo attivando dei centri in ognuno dei comuni della Sicilia che hanno un numero di vaccinati inferiore al 60% del campione. Ed in queste ore si stanno anche valutando delle restrizioni che possano riguardare proprio questi comuni, con l’obiettivo di favorire la vaccinazione”.
“Devo anche dire – aggiunge Razza – che alcune delle nostre iniziative, penso anche all’utilizzazione di alcune regole particolari nel mondo del lavoro e nell’accesso agli uffici pubblici, che sono state oggetto di critica da parte del garante della privacy, hanno visto proprio questa autorità non cogliere lo spirito assolutamente necessario di provvedimenti che una Regione, caratterizzata da un basso tasso di adesione alla campagna vaccinale in alcune fasce generazionali, ha bisogno di introdurre degli elementi che convincano in maniera libera i cittadini a doversi vaccinare”.
“Quante sono in Sicilia le terapie intensive disponibili? Intorno agli 850 posti letti di terapia intensiva. I numeri vengono trasmessi con tabelle al ministero della Salute, e viene anche condiviso con lo stesso Ministero il criterio per l’individuazione di questi posti letto. In Sicilia abbiamo ricoverato in terapia intensiva, e solo con il coronavirus, oltre trecento persone contemporaneamente” continua Razza.
“Oggi siamo a numeri molto diversi – aggiunge – e abbiamo fatto una scelta: in questo momento non abbiamo riconvertito gli ospedali che prima erano stati riconvertiti a Coronavirus perché non vorremmo che, nella furia giusta di curare chi è malato di Covid, ci si dimentichi di tutte le altre patologie a partire da quelle cardiorespiratorie ed oncologiche. Non possiamo permetterci di bloccare i sistemi sanitari, non solo quello siciliano ma quello di tutte le Regioni italiane, non offrendo le giuste cure a chi non è malato di coronavirus: per fare questo – ha sottolineato – servono strumenti come le cure domiciliari, ma serve soprattutto l’idea di dover utilizzare la protezione del vaccino”

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