“Riorganizzazione? No, si chiama taglio dei posti”

I sindacati contro la Regione siciliana: "La rimodulazione non snellisce niente, riduce il personale e basta"

Una nuova concertazione con i sindacati dei regionali per discutere degli aspetti organizzativi dell’amministrazione della Regione siciliana: è questo l’oggetto di una serie di riunioni iniziate oggi e organizzate dall’assessorato della Funzione pubblica con un serrato calendario di appuntamenti. A parlarne è il Cobas/Codir, l’organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa del pubblico impiego regionale.
“Il governo regionale dopo le due riorganizzazioni, quella del 2016 e quella 2019, continua sullo stesso solco: quello della riduzione di postazioni con l’indiscriminata eliminazione di unità operative. Ma in realtà – denuncia il sindacato – non viene snellita alcuna delle procedure burocratiche che rimangono regolamentate da leggi anacronistiche che rallentano gli iter approvativi e che fanno percepire la pubblica amministrazione siciliana soltanto come un ostacolo allo sviluppo e al cambiamento della Sicilia”.
“La nuova rimodulazione proposta – evidenzia la segreteria generale del Cobas/Codir – dovrebbe andare al di là della semplice organizzazione amministrativa di uffici. Dovrebbe essere, infatti, corredata anche dalle reali esigenze in termini di personale necessario per fare funzionare una macchina tanto complessa quanto estesa. E sarebbe necessaria una seria riforma che trasformi l’amministrazione pubblica nella direzione di una funzione di maggiore controllo e minore funzione approvativa dei provvedimenti. La rimodulazione proposta sembra rispondere, invece, soltanto a una mera logica numerica di riduzione degli uffici preposti alla responsabilità dirigenziale, senza che questa tenga minimamente conto del funzionamento della complessa macchina amministrativa e delle reali esigenze della collettività. Per queste ragioni il sindacato esprime il proprio parere negativo a tutte le riorganizzazioni sin qui proposte dal governo regionale”.

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