Bar e ristoranti: verso obbligo green pass per sedersi al chiuso

L'ipotesi del governo: necessaria una sola dose di vaccino. Ci vorrebbe anche il richiamo invece per aerei, treni, navi e discoteche

ROMA – Per sedersi nei bar e nei ristoranti al chiuso sarà necessario avere il green pass ma, almeno in una prima fase, basterà aver fatto una sola dose di vaccino per ottenerlo. Nessun obbligo sarebbe invece previsto per prendere il caffè al bancone dei bar. E’ l’ipotesi sulla quale sta lavorando il governo mentre le due dosi sarebbero necessarie per entrare in discoteche o per prendere treni, aerei e navi a lunga percorrenza.
Continuano ad arrivare intanto le proposte delle Regioni: “Si resta in zona bianca se l’occupazione delle terapie intensive non supera il 20% dei posti letto a disposizione e se quella dei reparti ordinari non supera il 30%”, chiede la Conferenza al governo in vista della revisione dei parametri del monitoraggio “in un’ottica – dice il presidente Massimiliano Fedriga – di collaborazione istituzionale”.
Le Regioni chiedono inoltre che il green pass venga utilizzato “per permettere la ripresa di attività fino a oggi non consentite” come “eventi sportivi e di spettacolo, discoteche, fiere e congressi”.
I presidenti hanno messo nero su bianco la loro richiesta: dunque niente ristoranti, cinema, teatri, palestre, piscine. Posizione che Matteo Salvini appoggia: è una “proposta assolutamente equilibrata – dice il leader della Lega – se applicassimo il green pass da domani mattina come vuole qualche ultra significherebbe impedire il lavoro, il diritto alla salute, il diritto allo studio, allo spostamento e alla vita ad almeno la metà della popolazione italiana”.
All’opposto c’è chi, come il ministro della Salute Roberto Speranza e altri nella maggioranza, spinge per un uso ‘estensivo’ dei certificati. “L’obiettivo – spiega una fonte di governo – è avere un impianto solido che permetta una convivenza con la circolazione del virus in condizioni di sicurezza. Non si può chiedere un allentamento dei parametri e un utilizzo del green pass limitato e in tempi non ragionevoli”.
Il certificato, dice il leader Dem Enrico Letta, “è essenziale” e serve un’applicazione “intelligente e scrupolosa, per essere tutti più liberi”. Il confronto, come conferma il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini, è andato avanti tutto il giorno: “Sono fiduciosa che si trovi un accordo non solo all’interno della maggioranza, ma anche con le Regioni, il green pass serve per incentivare le vaccinazioni e dall’altro evitare possibili nuove chiusure”.
Intanto “a oggi 38 milioni di italiani sono già in possesso del green pass e tra i temi sul tavolo c’è anche quello di prevedere il diritto al green pass non più con la prima dose ma con il ciclo vaccinale completato di due dosi, o di un’unica dose per chi ha già contratto Covid”, afferma il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.
Ciò, spiega, “prevederà ovviamente una sorta di periodo transitorio per coloro che avevano già il green pass a seguito di una prima dose di vaccino: continueranno ad avere il green pass valido fino alla somministrazione della seconda dose, quindi non si negano diritti a chi li ha già acquisiti”

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