Ritardi nei soccorsi, muore in ospedale

Palermo. La vittima aveva 42 anni, aperta un'inchiesta. I parenti: "Ospedale più vicino con ambulanze bloccate"

PALERMO – La procura ha aperto un’inchiesta sulla morte di una donna di 42 anni, Katia Calì, che ha avuto un arresto cardiaco mentre era a casa, in via Antonio De Curtis, nel quartiere Zen a Palermo. Il pronto soccorso più vicino è quello di Villa Sofia, nella zona occidentale della città, ma le ambulanze erano bloccate, con i pazienti a bordo, a causa dell’ingolfamento del pronto soccorso.
Così è dovuto partire un mezzo dal Civico, nella parte est della città, che si è mosso alle 16.48 per arrivare a casa della donna alle 17.08 e da lì dirigersi verso Villa Sofia, dove la paziente è morta poco dopo l’arrivo. Sono dovuti intervenire i carabinieri per riportare la calma in ospedale, dove i parenti della donna morta hanno protestato per i tempi d’attesa dei soccorsi, ritenuti troppo lunghi.
La salma di Katia Calì è stata portata al reparto di Medicina legale del Policlinico per l’autopsia, disposta dal magistrato che ha aperto un’inchiesta. In casa della 42enne i carabinieri della compagnia di San Lorenzo hanno trovato tracce di sangue, ma sul corpo della donna non ci sono segni di violenza.
“Davanti al pronto soccorso – dice un operatore del 118 – si formano lunghe code di ambulanze in attesa di affidare i pazienti ai medici, e questo rende davvero difficile il lavoro dei soccorritori e il loro ingresso nella centrale operativa. Ormai l’emergenza non è più il Covid, ma l’assistenza sanitaria quotidiana: il pronto soccorso dell’ospedale Cervello, destinato ai pazienti Covid, non ha più la pressione che si registrava in piena pandemia e sarebbe il caso di ripristinarlo per l’attività ordinaria”.

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