Frode europea con la scusa di sistemare le serre

Ragusa. Giro di fatture false e riciclaggio, indagati imprenditori e funzionari dell'Ispettorato agrario

RAGUSA –  La Guardia di Finanza di Ragusa ha dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misura cautelare, nei confronti di un’organizzazione responsabile di numerose truffe per l’indebito ottenimento di finanziamenti comunitari concessi tra il 2013 ed il 2018 per l’impianto e l’ammodernamento di strutture serricole nelle campagne del vittoriese.
Quindici le persone indagate a vario titolo nell’ambito dell’operazione “Centoventuno” con il coinvolgimento di sei aziende e imprese agricole utilizzate per accedere indebitamente ai contributi europei.
Tra gli altri indagati, oltre a soggetti piccoli imprenditori che si sono prestati ad agevolare le diverse fasi delle truffe scoperte, figurano anche quattro funzionari e un dirigente dell’Ispettorato provinciale agrario di Ragusa, incaricati di procedere ai controlli per constatare lo stato dei lavori, in realtà non realizzati.
L’indagine è scaturita dagli sviluppi di una relazione dell’Agea inviata in Procura, nella quale venivano segnalate incongruenze in merito alle domande di accesso ai finanziamenti presentate da alcune società agricole che avevano ottenuto l’anticipo di contributi economici previsti dal Programma di sviluppo rurale Regione Sicilia 2007/2013 – Misura 121.
Il modus operandi utilizzato prevedeva la predisposizione di articolati progetti di ammodernamento, destinati poi a rimanere solo sulla carta, idonei però ad essere presi a base dagli organi eroganti per l’assegnazione ed il pagamento dei contributi. A fronte di un contributo deliberato pari al 40% del valore totale del progetto c’era l’erogazione di un’anticipazione pari al 50% del valore deliberato (20% del totale del progetto).
Successivamente, l’istante poteva presentare uno o più stati avanzamento lavori, allegando apposita relazione tecnica, corredata dalle fatture quietanzate riportanti gli estremi della data e del numero del titolo di spesa, del nominativo del fornitore, dell’imponibile e della descrizione della fornitura, per ottenere fino a un ulteriore 45% del contributo deliberato.
L’istante poteva ottenere dal momento in cui la propria domanda risultava ammissibile e fino a quanto i lavori erano completati un ammontare pari al 95% del contributo riconosciutogli.
Il Gip del Tribunale di Ragusa, accogliendo le richieste del Pm, ha sequestrato oltre 2 milioni e mezzo di euro. Rinvenuti e posti sotto sequestro: conti correnti, polizze, depositi al risparmio, 19 immobili, 14 terreni, 13 orologi di lusso e numerosi accessori in oro di particolare pregio (bracciali, monili, orecchini, collane).

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