Cavalier Condorelli, è un vero piacere: “Bello essere esempio contro la mafia”

INTERCETTAZIONI "Non ha mai pagato, facciamogli danno"

Dal Parlamento al procuratore di Catania, tutti si complimentano con il re dei torroncini che ha denunciato il pizzo a Belpasso. "Ma ora torno a lavorare"

“Sono felice che il mio gesto abbia suscitato tanta attenzione non solo nella coscienza civica , ma anche in Parlamento”. Così l’imprenditore Giuseppe Condorelli commenta la solidarietà ricevuta in aula da tanti politici dopo la sua denuncia del pizzo che ha portato all’arresto di 40 persone tra Belpasso e Paternò.
“Giuseppe Condorelli è una persona coerente con quello che ha fatto, è un esempio che aiuta”, che “va nella direzione da noi auspicata da tempo” e “spero che tanti facciano come lui”, dice il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro.
L’operazione ‘Sotto scacco’ ha colpito i clan legati alla ‘famiglia’ Santapaola-Ercolano di Cosa nostra. “Senza la collaborazione delle vittime – sottolinea il magistrato che ha coordinato l’inchiesta della Dda – abbiamo dei limiti oggettivi nell’indagare e non si riesce a scardinare il fenomeno. Se sono ottimista? Lo devo essere per professione, ma ci sono luci e ombre. Il futuro dipende dalla cultura e dalla conoscenza di ciascuno di noi, e sotto questo punto di vista siamo ancora indietro. Esempi del genere aiutano, ma la differenza la fa la cultura”.
Condorelli risponde ai tanti complimenti: “Sono felice se sono indicato come un esempio da seguire perché è il messaggio forte che volevo dare con la mia denuncia, ma adesso passo la giornata a parlare con i giornalisti invece di lavorare… Il mio telefono è bollente. Dedicherò tutta la giornata a questa ‘missione’, ma da domani mi occuperò soltanto della mia azienda. Rifarei senza esitazioni quello che ho fatto, ma non mi aspettavo una così vasta eco sui media. Da domani soltanto lavoro”.
La minaccia gli era arrivata attraverso un messaggio con errori di ortografia e sgrammaticato, ma dal significato chiaro: “Mettiti a posto ho ti faccimo saltare in aria cercati un amico”. L’intimidazione era stata fatta trovare, nel marzo del 2019, davanti alla sede di Belpasso dell’azienda di Condorelli, diventato famoso, oltre che per la qualità dei suoi prodotti dolciari, anche per lo spot televisivo di Leo Gullotta: “Cavalier Condorelli, è un vero piacere…”.

Dopo essere stato avvisato della minaccia l’imprenditore ha denunciato il tentativo di estorsione ai carabinieri. Tra gli indagati anche Daniele Licciardello, indicato come esponente di vertice del gruppo di Belpasso, accusato del tentativo di estorsione. I carabinieri lo intercettano il mese successivo mentre al telefono parla dell’imprenditore: “Gli dobbiamo fare un po’ di danno a Condorelli – afferma – a Condorelli anche mbare (compare, ndr)”.
E al suo interlocutore che gli chiede “ma perché Condorelli non vuole pagare?”, lui replica “Niente, gli ho messo le bottiglie, cose, niente…”. L’interlocutore pone un altro quesito: “Non vuole pagare più?”. La risposta di Licciardello è netta: “Non è che non vuole pagare, non ha mai pagato…”. L’intercettazione è contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare di 2.586 pagine emessa dal gip Maria Ivana Cardillo su richiesta della Dda della Procura di Catania.
“La determinazione e la coscienza civile dimostrate dal cavaliere Giuseppe Condorelli sono un’ulteriore eccellenza siciliana, un altro esempio di come, con volontà e coraggio, le cose possano davvero cambiare in quest’Isola. Il governo regionale è al suo fianco e accanto a tutti gli imprenditori nel combattere l’odioso fenomeno delle estorsioni”, afferma il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci.

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