A Catania si studia un ormone per combattere l’obesità

Pubblicati i risultati della ricerca condotta dalla Fondazione Mediterranea Morgagni

La Fondazione Mediterranea “G.B. Morgagni” che opera nel settore della ricerca per lo sviluppo delle tecnologie in medicina e chirurgia, ha pubblicato sulla rivista “International Journal of Obesity”, un importante studio sull’ormone grelina, che ha modificato alcuni risultati già riportati nella letteratura scientifica internazionale sull’obesità. L’ormone grelina, che stimola il senso di fame, è presente nel fondo dello stomaco umano e nelle cellule del pancreas ed è strategico per combattere questa disfunzione.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità un italiano su 10 è obeso; negli ultimi trent’anni, l’incidenza del sovrappeso ha visto un aumento del 30%, mentre l’obesità, con i suoi tre gradi, è schizzata al 60%. Un campanello d’allarme sul sistema sanitario nazionale, con un costo che oscilla tra il 4 ed il 10 %, se si pensa che la condizione di obesità accresce anche le possibilità che le malattie infettive portino a gravi conseguenze. La Word Obesity Federation, infatti, individua nell’obesità una delle cause più frequenti di comorbilità nei deceduti per coronavirus, che spesso si accompagna a ipertensione, diabete, carcinoma gastrico e ad un sistema immunitario meno efficiente.
“Siamo soddisfatti – dichiara il prof. Sergio Castorina, responsabile scientifico della Fondazione – dei traguardi ottenuti. Con grande dedizione abbiamo mantenuto alta l’efficienza dei servizi sanitari offerti in questo grave periodo legato al Coronavirus, riservando grande importanza alla ricerca clinica e biomolecolare per trovare soluzioni terapeutiche a patologie oncologiche, cardiologiche e metaboliche. Proprio la pubblicazione dei risultati dello studio sulla grelina, dà prova dell’importanza della ricerca di base di cui ci occupiamo quotidianamente”. I risultati della ricerca provano che il numero e la densità delle cellule che secernono l’ormone grelina nel fondo gastrico (parte dello stomaco) non aumentano nei pazienti obesi.
“Il nostro dato – spiega il prof. Castorina – è avvalorato dal fatto che nello studio è stato coinvolto un elevato numero di pazienti con obesità grave, quarantanove, superiore a quelli coinvolti in altri studi dello stesso tipo. Inoltre, abbiamo dimostrato una iperplasia delle fibre muscolari lisce (cioè involontarie), mai descritta nello stomaco dei pazienti obesi. Infine, con il nostro studio certifichiamo che le cellule che secernono grelina, pur non aumentando in numero, risultano iperattive, cioè secernono più ormone attivo”.
Un lavoro innovativo quello portato avanti dai ricercatori della Fondazione Morgagni. “Le nostre analisi – afferma la dott. Tonia Luca – continuano. Vogliamo osservare le diverse modificazioni del tessuto adiposo nei pazienti obesi ed in quelli sani. L’obiettivo specifico è fare emergere i meccanismi infiammatori che spesso si manifestano nei pazienti obesi e che incidono sul tasso di mortalità. Il paziente obeso, infatti, quasi sempre va incontro a malattie cardiovascolari, sviluppa diabete e molto spesso carcinoma gastroesofageo”.

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