Trapianto di trachea su malato Covid: il 1° al mondo è siciliano

Il 50enne era stato per un mese in terapia intensiva: "Respiravo male, ora vado in bici". A operarlo una giovane chirurga

ROMA – Viene dall’Italia, e dalle mani di una giovane chirurga, la speranza per i pazienti Covid che, a causa della malattia e delle procedure di ventilazione, hanno avuto danni gravi alla trachea. A Roma, all’ospedale Sant’Andrea, è stato effettuato il primo trapianto al mondo di quest’organo su un paziente con il coronavirus, un cinquantenne siciliano che a poco più di un mese dall’intervento respira e parla senza problemi ed è già tornato anche alla passione per la bicicletta.
L’intervento chirurgico, che ha coinvolto 5 operatori ed è durato circa 4 ore e mezza, è stato condotto con sofisticate tecniche di anestesia, che hanno permesso di non instituire la circolazione extracorporea.
La trachea malata è stata rimossa nella sua totalità e successivamente è iniziata la delicata fase di ricostruzione che ha previsto la sua sostituzione con un segmento di aorta toracica criopreservata presso la Fondazione Banca dei tessuti di Treviso, diretta da Diletta Trojan e perfettamente adattabile alle dimensioni della via aerea del paziente.
“Il paziente ha potuto parlare, respirare e deglutire autonomamente da subito”, ha spiegato Cecilia Menna, la trentacinquenne responsabile del Programma “Tracheal replacement” del Sant’Andrea che ha condotto con il direttore della chirurgia toracica Erino Rendina l’intervento in prima persona.
“Una delle criticità maggiori nella sostituzione della trachea, tubo rigido e pervio – spiega Menna – è il ripristino della sua rigidità: per questo abbiamo provveduto a inserire all’interno dell’aorta impiantata un cilindro di silicone, la cosiddetta protesi di Dumon, della lunghezza di 10 cm e ripristinato completamente la pervietà aerea, la respirazione, la fonazione e la deglutizione”.
A conferma della perfetta riuscita dell’intervento durante la conferenza stampa di presentazione sono arrivate le parole del paziente, in collegamento dalla Sicilia. “Respiravo male ora sono uscito pure in bici, non ho difficoltà nel parlare e se non sto attento mangio molto di più, mi è cambiata la vita”, ha raccontato Giuseppe, che ha passato un mese in terapia intensiva alla fine del 2020 per Covid e che lo scorso 2 marzo è stato sottoposto al trapianto.
Dopo l’intervento il paziente ha avuto una polmonite postoperatoria risolta ed è stato dimesso il 22 marzo.

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