Tonnellate di sigarette di contrabbando sull’asse Napoli-Palermo: 15 arresti

Ben 78 viaggi per trasportare le "bionde", 19 indagati percepivano anche il reddito di cittadinanza. Giro d'affari da 2,4 milioni VIDEO

PALERMO – La Guardia di finanza ha eseguito quindici misure cautelari nei confronti dei componenti di un’organizzazione criminale che contrabbandava sigarette fra Napoli e Palermo. I finanzieri del gruppo hanno scoperto una banda che dal novembre del 2019 al maggio 2020 è riuscita a far arrivare a Palermo cinque tonnellate e mezza di “bionde”. Tutte di marche note senza i timbri del monopolio di Stato. Le indagini hanno permesso di documentare 78 viaggi di andata e ritorno fra Palermo e Napoli.
L’operazione Duty Free ha portato all’arresto di dieci persone. In carcere sono finiti i napoletani Carmine Argentino, 48 anni, e Giacomo Bilello, 33 anni; il palermitano Pietro Corrao, 55 anni.
Domiciliari per i palermitani Giuseppe Di Grazia, 34 anni; Giovanni Freschi, 39 anni; Giovanni Guadagna, 36 anni; Angelo Giordano, 51 anni; e per i napoletani Antonio Argentino, 25 anni; Gabriele Casella, 61 anni; Mario Barretta, 46 anni.
Per altri 5 indagati è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria: si tratta di Giovanni Di Stefano, 54 anni; Matteo Biondo, 31 anni; Giuseppe Di Piedi, 45 anni; Michele Di Piedi, 64 anni, e Pasquale Vecchione, 51 anni.
In base alla ricostruzione degli uomini del gruppo di Palermo guidati dal colonnello Alessandro Coscarelli, a capo della presunta banda ci sarebbero stati Corrao, Bilello e Carmine Argentino.

I reati contestati a vario titolo sono associazione a delinquere finalizzata al contrabbando di sigarette e traffico di stupefacenti. In una spedizione i finanzieri hanno trovato un chilo di hashish. Il gip di Palermo ha disposto anche il sequestro di due magazzini nella zona di Corso dei Mille-Brancaccio, dove il gruppo custodiva le stecche di sigarette che poi venivano vendute dagli ambulanti abusivi nei quartieri dello Zen, a Bonagia, a Brancaccio, a Borgo Nuovo e nelle borgate marinare dell’Arenella, Acquasanta e Vergine Maria. Un traffico di tabacchi che in sette mesi ha prodotto un giro d’affari di 2,4 milioni di euro.
L’organizzazione per i viaggi tra Napoli e Palermo usava auto noleggiate. Le macchine venivano caricate a Palermo sul traghetto per il capoluogo campano. Il viaggio di ritorno avveniva via terra, in autostrada. Poi le “bionde” finivano sulle bancarelle a prezzi decisamente concorrenziali: 27 euro a stecca contro i 50 euro in vendita nei tabaccai.
Un mercato molto florido che è andato avanti anche durante la pandemia. Solo che gli spostamenti con le auto erano diventati molto pericolosi, così l’organizzazione ha utilizzato un corriere per le spedizioni. Una società che, ignara del traffico, faceva arrivare le sigarette a Palermo. Gli uomini della banda si presentavano al deposito in cui erano conservate e portavano via i colli con la merce.
Diciannove indagati percepivano anche il reddito di cittadinanza: i finanzieri li hanno denunciati per illecita percezione del sussidio e comunicato all’ente di previdenza i nominativi per l’immediata revoca. Il danno per le casse dell’Inps ammonta ad oltre centomila euro.
L’indagine è nata dopo il sequestro di un carico di 700 chili di merce scoperta su un’auto che veniva dalla Campania. Secondo gli investigatori, i contrabbandieri palermitani si rifornivano da grossisti nel centro del capoluogo campano. Le sigarette, secondo quanto ricostruito, arriverebbero dagli stabilimenti delle multinazionali del tabacco nell’Europa dell’est. La merce non potrebbe essere vendute in Italia perché non soddisfa i criteri di sicurezza imposti dall’Unione europea.
 

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