“Lentini in zona rossa per errore”

Il sindaco: "Paghiamo errori artimetici di certi funzionari". Protesta anche Tusa: "Scelte pilatesche della politica"

SIRACUSA – La nuova ordinanza del presidente del Regione Nello Musumeci proroga da oggi la zona rossa per i comuni di: Aci Catena e Adrano, in provincia di Catania; Baucina, Belmonte Mezzagno, Borgetto, Cinisi, Giardinello, Lascari, Mezzojuso, Misilmeri, Monreale, Partinico, Termini Imerese, Villabate e Villafrati, nel Palermitano; Catenanuova e Cerami, in provincia di Enna; Lampedusa e Linosa, nell’Agrigentino; Lentini, in provincia di Siracusa; Marianopoli e Mussomeli, nel Nisseno; e la reitera per Caccamo, Campofiorito e Cefalù, sempre in provincia di Palermo. Con lo stesso provvedimento – da venerdì 30 aprile a mercoledì 12 maggio – è stata disposta, invece (viste le relazioni delle rispettive Asp e sentiti i sindaci), la “zona rossa” per Tortorici e Tusa, nel Messinese e Serradifalco, in provincia di Caltanissetta.
Ma il sindaco di Lentini, Saverio Bosco, non ci sta e scrive al prefetto di Siracusa. “Abbiamo ricevuto comunicazione dell’Asp con cui ci viene comunicato che i dati sull’incidenza settimanale sono palesemente errati. I dati epidemiologici reali ricalcolati, sono molto al di sotto della soglia con cui si entra in zona rossa”.
“Al netto delle valutazioni e verifiche che faremo nelle opportune sedi – ha concluso Bosco – riteniamo che la superficialità con cui viene affrontato il tema sia assolutamente da condannare, non è più possibile esporre interi comparti economici delle nostre città per mera ‘ignoranza’ aritmetica dei singoli funzionari”.
Stesso discorso per il sindaco di Tusa Luigi Miceli. “Apprendo con stupore, dagli organi di stampa, ovviamente prima, e dall’Ufficio di Presidenza della Regione, poco dopo, che il comune di Tusa è stato posto in zona rossa, poiché, come si evince da una nota dell’Asp di Messina, risulta superato l’indice di contagi previsto di 250 casi ogni 100.000 abitanti, essendo il nostro 6,7 casi settimanali. Ancora una volta la politica fa un passo indietro, affidandosi esclusivamente a stupidi indici di carattere numerico, assolutamente privi di senso nei piccoli centri, laddove è agevole individuare e tracciare i contatti”.
“Ormai da tempo, anche la politica finisce col piegarsi alle ragioni dell’auto difesa, in termini drammaticamente pilateschi, omettendo di assumersi le responsabilità connesse al ruolo che i cittadini le hanno affidato. – prosegue – Si preferiscono i freddi numeri, da sventolare davanti all’eventuale inquisitore di turno, piuttosto che la concretezza delle realtà territoriali. Un mondo da cui mi sento estraneo, che non appartiene al mio modo d’essere e al mio stile di vita. Rimarrò in prima linea solo fino a quando sarà necessario”.
“Con una nota inviata al presidente della Regione e, per conoscenza, al commissario ad acta per l’emergenza Covid per l’Area Metropolitana di Messina, avevo manifestato l’idoneità delle prescrizioni in vigore in Sicilia per la zona arancione. – conclude – Ciò in ragione del fatto che il plesso scolastico frequentato da tre ragazzi positivi non svolge attività in presenza e che, inoltre, la metà dei soggetti contagiati (8 su 16, secondo l’Asp i positivi sarebbero 13) appartiene a due nuclei familiari, tra loro legati da un diretto vincolo di parentela”.

scroll to top