Covid: in Sicilia i numeri sono rossi

Secondo il monitoraggio Gimbe peggiora il rapporto positivi/abitanti: +9,3% rispetto alla settimana scorsa

In Sicilia nella settimana 7-13 aprile risulta in peggioramento l’indicatore relativo ai “casi attualmente positivi per 100 mila abitanti”: sono 506 i casi per 100 mila abitanti un +9,3% rispetto alla settimana precedente. I dati sono riportati nel report della fondazione Gimbe.
Sotto soglia di saturazione i posti letto in area medica e terapia intensiva occupati da pazienti Covid-19; la percentuale di popolazione che ha completato il ciclo vaccinale è pari al 6,5% (media Italia 6,8%); la percentuale di over 80 che ha completato il ciclo vaccinale è pari al 36,1% (media Italia 43,9%); la percentuale di popolazione 70-79 che ha completato il ciclo vaccinale è pari al 5,4% (media Italia 3%). Attualmente sono 110 i Comuni in zona rossa nell’Isola.
Nel resto d’Italia frenano i contagi da SarsCov2, ma sono ancora più di 200 i pazienti che ogni giorno entrano in terapia intensiva. Nella settimana tra il 7 e 13 aprile, si é osservata infatti una riduzione del 15,4% dei nuovi casi, un aumento dei decessi del 7,5% rispetto a quella precedente, e un inizio di alleggerimento del carico per gli ospedali.
In particolare il rapporto ha rilevato tra il 7e 13 aprile 106.326 nuovi casi contro i 125.695 della settimana precedente, un calo del 5,8% degli ingressi in terapia intensiva (-217) e dei ricoverati con sintomi (-8,1%), Sono invece aumentate le morti (3.083 vs 2.868).
“I nuovi casi e la loro variazione percentuale continuano a scendere – commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – ma con un bacino di 520 mila casi attualmente positivi è impossibile riprendere il tracciamento dei contatti”. “Sul fronte ospedaliero – aggiunge Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari Gimbe – le curve dei ricoveri con sintomi e delle terapie intensive hanno iniziato una discesa lenta e irregolare. Ma i numeri assoluti restano elevati e in molte Regioni gli ospedali sono ancora in affanno”.
Infatti, a livello nazionale l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva (39%) e area medica (41%) e’ ancora superiore alle soglie di allerta (rispettivamente 30% e 40%). In particolare sono 7 le regioni ancora sopra la soglia di allerta per i posti letto di area medica e 13 per le terapie intensive. “Si conferma il calo dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva – conclude Marco Mosti, direttore operativo Gimbe – ma ogni giorno la media degli ingressi supera i 200”.

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