Primavera rossazzurra

di Alberto Cigalini. Con il cambio in panchina arriva la scossa: un Catania rigenerato batte l'Avellino 3-1 con doppietta di Russotto (foto Galtieri) e rigore di Sarao

a.cig.) Una vittoria non farà primavera, ma qualcosa vorrà dire. Soprattutto se ottenuta contro la seconda forza del campionato, in serie utile da qualcosa come 14 giornate.
Il cambio di stagione e di panchina fanno bene al Catania. L’auspicata scossa è arrivata. L’avvicendamento tra Giuseppe Raffaele e Francesco Baldini produce una squadra rigenerata nello spirito, tanto da offrire una delle migliori prestazioni dell’intero campionato dopo aver rimediato 3 sconfitte negli ultimi 4 incontri e una lunga serie di gare opache.
Stavolta no. Stavolta il Catania c’è. E batte l’Avellino – al quale ha concesso zero punti tra andata e ritorno – con pieno merito esibendo personalità, convinzione, grinta e riscoprendo la mentalità guerriera necessaria in Serie C e un reparto, il centrocampo, che troppo spesso era andato in difficoltà nel periodo recente e che con i nuovi equilibri fa registrare la crescita di due tra i rossazzurri migliorati maggiormente rispetto al passato: Maldonado, finalmente a suo agio (leggerezza sul rigore causato a parte), e Dall’Oglio, autore di una prova di grande generosità.
Accolto da una giornata di pioggia e da un terreno di gioco che comunque ha retto, Baldini modifica subito l’orientamento tattico della squadra secondo i riferimenti a lui cari: difesa a quattro, play a centrocampo, tridente. Tradotto in campo: 4-3-3 con Giosa-Claiton coppia di centrali, Maldonado regista e il centravanti Sarao affiancato dagli esterni Russotto e Piccolo. Novità in porta, con il ritorno di Martinez al posto di Confente, e in mediana, dove si rivede dal 1′ Izco con tanto di fascia di capitano.
Sin dall’avvio si intuisce come l’input sia giunto a destinazione. Reduce da una lunga serie di primi tempi regalati agli avversari, il Catania sfoggia subito un’intensità che non si vedeva da un bel po’. I concetti sono quelli di Baldini: aggressività, recupero palla veloce, un play nel vivo della manovra a distribuire palloni su terminali precisi.
La gran bella punizione del brillante Russotto che sblocca il risultato dopo soli 3′ con la complicità di una deviazione in barriera (foto Galtieri sotto) apre 45′ di sostanza nei quali il Catania mette in soggezione l’Avellino esibendo trame non banali, ampiezza, qualità.
 

Quella qualità che ispira lo splendido raddoppio in ripartenza: Russotto riceve palla a metà campo, attira su di se tre uomini e scarica a destra su Piccolo, lucidissimo nel restituire la sfera al compagno per il destro appoggiato in fondo al sacco di giustezza.
Doppio vantaggio legittimo al cospetto di un Avellino che in mediana subisce il piglio avversario e non trova spazi per il fraseggio né per attivare i cursori limitandosi a costruire una sola palla gol, sprecata da D’Angelo con un tiro debole e centrale dopo un inserimento su sponda aerea di Tito.
Tutto perfetto, se non fosse per l’errore allo scadere di Maldonado, sin lì molto positivo, che si avventura in un pericoloso retropassaggio in area intercettato Santaniello, messo giù da Martinez in uscita: rigore evitabilissimo, che D’Angelo trasforma.
Gol subito con tempi e modi quanto mai inopportuni, visto che tornare negli spogliatoi sul 2-0 sarebbe stato prezioso anche sul piano psicologico. In apertura di ripresa Braglia cambia in fretta tre uomini, Baldini replica avvicendando Izco e Russotto con Welbeck e Manneh senza alterare gli equilibri.
L’Avellino guadagna qualche metro, ma il Catania regge. Gli irpini giocano anche la carta Maniero, i rossazzurri buttano nella mischia forze fresche (Albertini per Piccolo e Rosaia per Maldonado) per tenere botta quando la stanchezza comincia ad affiorare.
Il clima si surriscalda, falli e cartellini si moltiplicano. Gli ultimi 10′ sono da brivido. I biancoverdi hanno la palla buona per pareggiare con D’Angelo, il cui tiro nel cuore dell’area viene respinto con prontezza da Martinez, poi il nuovo entrato Sales fallisce malamente un disimpegno e solo una cattiva gestione del pallone da parte di Santaniello e Rizzo con provvidenziale fuorigioco annesso impedisce agli ospiti di presentarsi soli davanti al portiere di casa.
I giochi, in pieno recupero, li chiude un penalty guadagnato da Manneh, entrato bene in partita e messo giù in area da Silvestri. Sarao va sul dischetto incassando il giusto premio per una gara di lavoro tanto oscuro quanto prezioso e il Catania fa 3-1 (foto Galtieri sotto). Su rigore, finalmente trasformato dopo quattro errori di fila. Anche questo, chissà, è un segnale.
 

CATANIA-AVELLINO 3-1
Catania (4-3-3): Martinez 6; Calapai 6.5, Claiton 7, Giosa 5.5 (39′ st Sales 5), Pinto 6; Izco 6 (12′ st Welbeck 6), Maldonado 6.5 (22′ st Rosaia 5.5), Dall’Oglio 6.5; Piccolo 6.5 (22′ st Albertini 6), Sarao 6.5, Russotto 7.5 (12′ st Manneh 6.5). In panchina Confente, Zanchi, Reginaldo, Di Piazza, Vrikkis. All. Baldini 7
Avellino (3-5-2): Forte 5.5; L. Silvestri 5, Miceli 5 (1′ st Dossena 5.5), Illanes 5.5 (19′ st Rocchi 6); Ciancio 5.5, Adamo 5 (1′ st Rizzo 6), Aloi 5.5, D’Angelo 6, Tito 5 (6′ st Baraye 5); Santaniello 6.5, Fella 5 (19′ st Maniero 6). In panchina Pane, Di Martino. All. Braglia 5
Arbitro: Zufferli di Udine 7
Reti: 3′ pt e 34′ pt Russotto, 46′ pt D’Angelo (rig), 49′ st Sarao (rig)
Note: espulso al 30′ st Di Somma (ds Avellino). Ammoniti Maldonado, Martinez, Santaniello, Dall’Oglio, Maniero, Rosaia, L. Silvestri, Aloi. Angoli: 7-1 per il Catania. Recupero 1′ e 5′.

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