Droga nelle cassette della posta e in auto abbandonate: 7 arresti

Sgominata piazza di spaccio a Melilli, il gruppo si riforniva di cocaina a Villasmundo e Belvedere NOMI - FOTO - VIDEO

SIRACUSA – Operazione antidroga dei carabinieri nel Siracusano per sgominare un presunto gruppo criminale che secondo le indagini aveva costituito una ‘piazza di spaccio’ a Melilli rifornendosi dello stupefacente a Villasmundo e a Belvedere.
Il blitz, denominato ‘White Mountains’, ha riguardato Melilli e Siracusa con l’esecuzione, da parte di militari dell’Arma della compagnia di Augusta, con un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Catania, su richiesta della Dda etnea, nei confronti di sette indagati accusati di traffico e spaccio di cocaina.
I destinatari della custodia cautelare in carcere: Salvatore Aresco, 28 anni; Christian Crucitti, 33 anni; Nicolò Minardi, 31 anni; Alfonso Sollano, 25 anni; Rosario Vinci, 29 anni; Antonino Montagno Bozzone, 31 anni; Marianna Mandragona, 30 anni.

Eseguite numerose perquisizioni con l’ausilio di cani antidroga. All’attività, eseguita da circa 50 carabinieri, hanno partecipato assetti specialistici dello Squadrone eliportato carabinieri Cacciatori ‘Sicilia’ di Sigonella e un elicottero dell’Arma.
Le indagini nei confronti del sodalizio criminale sono state avviate dai carabinieri a maggio 2019 e condotte mediante servizi di osservazione, controllo e pedinamento con fotoriprese e intercettazioni telefoniche e ambientali.
Il gruppo, capeggiato da Rosario Vinci, dopo essersi approvvigionato di cocaina nella frazione Villasmundo di Melilli e nella frazione Belvedere di Siracusa, gestiva un gruppo di spacciatori al dettaglio.
Lo spaccio era capillare nel territorio, venivano utilizzate cassette della posta e auto in disuso parcheggiate in strada come nascondigli per la droga. Vinci dirigeva gli spacciatori insegnandogli le tecniche di taglio ed espedienti utili a eludere i controlli da parte delle forze dell’ordine.
Ad esempio, obbligava i propri spacciatori all’uso del casco protettivo quando erano alla guida di scooter o, nel caso di spostamenti in auto, suggeriva di posizionare la cocaina sfusa sul tappetino dell’auto tenendo sempre a disposizione dell’acqua da versarvi sopra per scioglierla (anziché gettarla dal finestrino) se fermati dalle forze dell’ordine.
Vinci non mancava di redarguire i suoi “dipendenti” quando non conferivano in tempo i soldi ricavati dalla vendita o quando “tagliavano” male la cocaina, ricevendo lui stesso le lamentele dei clienti e occupandosi di spacciare in prima persona solo in favore di amici stretti.
L’operazione è stata denominata “White Mountains” dal nome del principale fornitore di cocaina del sodalizio, Antonino Montagno Bozzone, nei confronti del quale i sodali nutrivano profondo timore reverenziale, conoscendo la sua indole violenta in caso di ritardi nei pagamenti e quindi di mancanza di fedeltà.
Atteggiamento, questo, mitigato in altre occasioni connesse a “incidenti del mestiere”, come quando, per permettere al gruppo di continuare a lavorare, si è dimostrato comprensivo e ha ceduto gratuitamente una quantità di cocaina per così dire “da appoggio” agli spacciatori che si erano disfatti frettolosamente dello stupefacente in occasione di controlli dei carabinieri.
A Montagno Bozzone è stato contestato anche il reato di estorsione, poiché quando i suoi debitori non avevano la possibilità di pagare la droga acquistata, si faceva consegnare le loro auto.
Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati circa 50 grammi di marijuana e 5 di hashish. Gli arrestati sono stati portati nella casa circondariale di Catania e nella casa di reclusione di Augusta-Brucoli. Al solo Montagno Bozzone il provvedimento è stato notificato presso la casa circondariale di Caltagirone, dove già si trovava per altra causa.

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