Baglieri assessore regionale all’Energia

Formalizzata la nomina della docente al posto di Pierobon: il governatore anticipa la pronuncia del Tar sulle quote rosa

PALERMO – La professoressa Daniela Baglieri è il nuovo assessore regionale all’Energia. L’ha nominata nel pomeriggio il presidente Nello Musumeci. La Baglieri prende il posto di Alberto Pierobon, che ha rassegnato le dimissioni.
“L’assessore Pierobon – evidenzia il presidente – ha completato il mandato che gli avevo affidato, in qualità di tecnico, quando l’ho chiamato in Giunta: predisporre il disegno di legge sulla riforma dei rifiuti ed il definitivo Piano regionale dei rifiuti. Lo ha fatto con competenza, tenacia e trasparenza, proprio secondo le linee che gli ho indicato al momento del suo insediamento. Lo ringrazio per l’importante apporto fornito e spero di poter contare, nel futuro, su consigli e suggerimenti. Alla professoressa Baglieri, donna di alto profilo culturale, rivolgo l’augurio di buon lavoro”.
Pierobon si era congedato così sul profilo Facebook: “Come richiesto dal presidente ho rassegnato le mie dimissioni da assessore regionale all’Energia e servizi di pubblica utilità”.
Anticipando di 24 ore il Tar che domani si dovrebbe pronunciare sul ricorso di Pd e Arcidonna contro l’assenza di figure femminili nel governo, Musumeci ha così nominato in giunta la docente all’università di Messina.
A indicare la ‘quota rosa’ è stata l’Udc, lo stesso partito che tre anni fa aveva sponsorizzato Pierobon, tecnico veneto esperto in materia ambientale, che lascia nonostante i tanti attestati di stima ricevuti negli ultimi giorni, a cominciare dall’Anci Sicilia e da Confindustria, che gli hanno riconosciuto di avere avviato misure per mettere ordine in un settore delicato, dove gli interessi sono enormi e sul quale anche l’Antimafia ha acceso un faro.
Due i nomi che il partito aveva offerto al governatore, quello della Baglieri e quello di Ester Bonafede, storica dirigente dello scudocrociato. Una decisione travagliata che ha fatto emergere dissidi interni al partito con visione differenti: il gruppo di dirigenti che lavora all’aggregazione di un grande centro e quello propenso a rafforzare i rapporti con il governatore anche in prospettiva delle regionali che si celebreranno tra due anni.
Ad accendere gli animi interni è stata la contestuale ipotesi d’ingresso nel partito di Luigi Genovese (figlio dell’ex senatore Francantonio, ex Pd ed ex Fi) che secondo i malpancisti avrebbe cavalcato il cambio in giunta per scalare il partito.

scroll to top