Effetto Tacopina: il Catania decolla

di Alberto Cigalini. Brillante vittoria sul Foggia nella prima dell'italoamericano al Massimino dopo la sigla sul preliminare: 2-1 con pregevoli gol di Dall'Oglio e Piccolo (foto Galtieri). Ottima prova corale, la qualità degli esterni d'attacco fa la differenza

a.cig.) Effetto Tacopina. La prima dell’avvocato italoamericano al Massimino dopo la firma sul preliminare con Sigi per la cessione del Calcio Catania coincide con una delle migliori prestazioni stagionali dei rossazzurri. Forse la migliore.
Il verbo coincidere, probabilmente, non è il più appropriato. La sensazione netta è che la svolta societaria abbia fatto scoccare una scintilla nell’ambiente gasando anche la squadra.
Ma siccome le vittorie non arrivano per caso, soprattutto quelle convincenti come questa col Foggia, serve pure il riscontro del terreno di gioco, dove il gruppo di Raffaele conferma l’evoluzione sottolineata dal suo tecnico alla vigilia e impreziosita da due esterni come Piccolo e il nuovo acquisto Russotto, determinanti con la loro qualità. Perché – c’è poco da fare – è sempre la qualità a fare la differenza.
Joe Tacopina sbuca in tribuna circa 30 minuti prima del calcio d’inizio, accompagnato da Sean Largotta, Dante Scibilia e dall’avvocato Salvo Arena, innescando un vortice di foto, interviste e saluti (foto Galtieri sotto). La sua apparizione rischia quasi di rubare la scena a Silvestri e compagni. Che per riprendersela pensano bene di sfoderare una prestazione di spessore

Il 3-4-3 verso il quale Raffaele voleva virare da tempo prende corpo e quota. Il Catania dà prova di compattezza e idee chiare, beneficiando subito dell’apporto dei nuovi acquisti e prendendo immediatamente l’iniziativa.
Il quid in più lo garantiscono gli esterni d’attacco: Piccolo e la vecchia conoscenza Russotto, motivato come non mai e subito nella sua versione migliore (ripiegamenti difensivi inclusi), rappresentano la variabile in grado di sparigliare le carte, mettere in crisi le difese avversarie e inventarsi il guizzo decisivo.
Buon per Sarao, che agisce da prima punta di riferimento giocando di sponda e smistando appoggi non banali, e in generale per tutta la squadra, che esibisce una difesa tosta e un centrocampo nel quale la spinta dei cursori di fascia, Calapai in particolare, e il contributo in mediana di Welbeck e Dall’Oglio, entrambi decisamente più in palla rispetto a Caserta, si fa sentire eccome.
Così viene messo sotto il Foggia, protagonista sin qui di un buon torneo ma costretto a subire per larga parte del match e quasi del tutto inoffensivo.
L’ottima fattura dei due gol è il riassunto di quanto scritto: idee, qualità, coralità. Il Catania passa già dopo un quarto d’ora con un bel destro di Dall’Oglio su assist di tacco di Sarao, ben innescato da Piccolo (foto Galtieri sotto).

La distrazione difensiva che costa il momentaneo pari di Dell’Agnello, di testa su corner di Curcio nell’unico minuto di recupero del primo tempo, viene velocemente superata da un’altra rete confezionata come si deve. Guarda caso dai due esterni d’attacco: Russotto vede un corridoio che altri non saprebbero rendere praticabile inventandosi un grande filtrante per Piccolo, bravo a inserirsi e a incrociare il sinistro vincente.
Tutto bello e meritato. E neppure occasionale. Il Catania è a suo agio e manovra di conseguenza. Il colpo di testa di Calapai sul quale salva il portiere Fumagalli nel primo tempo fa il paio con tante oltre occasioni costruite nella ripresa, quando i rossazzurri hanno il merito di continuare a proporsi in avanti anche dopo il nuovo vantaggio facendo bene pure successivamente al triplo cambio con Biondi-Rosaia-Manneh a rilevare Zanchi-Dall’Oglio-Russotto.
Il taccuino è targato Catania: Piccolo impegna Fumagalli su punizione dal limite; Sarao gira centralmente sugli sviluppi di una punizione dopo essersi liberato bene; Welbeck sfiora la traversa con una botta di controbalzo; ancora Piccolo alza troppo il sinistro (complice un cattivo rimbalzo) su una bella iniziativa di Manneh, confermatosi in un periodo felice e protagonista di un impatto più che positivo sul match.
Il Foggia combina poco. Una botta secca ma da distanza chilometrica di Curcio, ex di turno, chiama Confente alla respinta, ma oltre non si va, nonostante Marchionni a gara in corso opti per le due punte con lo stesso Curcio a supporto rimpiazzando l’infortunato Rocca, una mezzala, con D’Andrea, attaccante spedito a sostenere Dell’Agnello.
Ma non si passa. Gli ultimi applausi sono per una splendida combinazione offensiva rossazzurra: cambio di gioco di Biondi per Calapai, duetto a un tocco con Piccolo e destro al volo che sfiora il secondo palo. Fosse entrato sarebbe stato un gol clamoroso. Ma a Joe Tacopina e ai tifosi oggi può andare decisamente bene così.
CATANIA-FOGGIA 2-1
Catania (3-4-3): Confente 6; Sales 6, Silvestri 6.5, Tonucci 6; Calapai 6.5, Welbeck 7, Dall’Oglio 6.5 (20′ st Rosaia 6), Zanchi 6 (20′ st Biondi 6); Piccolo 7 (41′ Izco sv), Sarao 6.5 (34′ st Reginaldo sv), Russotto 6.5 (20′ st Manneh 6.5). In panchina Martinez, Noce, Claiton, Pellegrini, Albertini, Maldonado, Vrikkis. Allenatore: Raffaele 7.
Foggia (3-5-1-1): Fumagalli 6; Anelli 5.5, Gavazzi 5, Galeotafiore 5 (1′ st Germinio 5); Kalombo 5.5, Garofalo 5 (23′ st Morrone 5.5), Salvi 5.5 (39′ st Raggio Garibaldi sv), Rocca 5.5 (40′ pt D’Andrea 5.5), Cardamone 5 (1′ st Di Jenno 5.5); Curcio 5.5; Dell’Agnello 6.5. In panchina: Vitali, Lucarelli, Pompa, Di Masi, Agostinone, Moreschini, Aramini. Allenatore: Marchionni 5.
Arbitro: Gualtieri di Asti 6.5
Reti: 15′ pt Dall’Oglio, 46′ pt Dell’Agnello, 6′ st Piccolo.
Note: presente in tribuna Joe Tacopina. Ammoniti: Sarao, Salvi, Kalombo; Dell’Agnello, D’Andrea, Sales. Angoli: 6-3. Recupero: 1′; 4′.

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