Dalla crisi di coppia alla faida familiare: scatta il raid contro il consuocero

VIDEO - L'AGGUATO IN VIA LEUCATIA
Catania
. Il 54enne Pietro Costanzo prima investito con l'auto e poi picchiato: altri due arresti per l'aggressione dello scorso novembre

CATANIA – I carabinieri di Catania hanno arrestato Sebastiano Laganà, 25 anni, e Santo Aiello, 60, per tentato omicidio in concorso.
I fatti riguardano un’aggressione subita lo scorso 2 novembre dal 54enne Pietro Costanzo.
Mentre passeggiava a piedi nei pressi di piazza Viceré, all’angolo tra le vie Leucatia e San Gregorio, Costanzo è stato volontariamente investito da un’auto che lo ha scaraventato conto un muro e poi brutalmente aggredito da più persone mente si trovava a terra con la gamba incastrata sotto la macchina. Costanzo ha riportato gravi lesioni su tutto il corpo e in particolare un gravissimo politrauma alla gamba destra.
Il giorno seguente, il 36enne Fabio Laganà (tuttora detenuto in carcere), fu fermato dai carabinieri per gravi elementi indiziari a suo carico, in quanto riconosciuto come il conducente della Ford Focus utilizzata per l’investimento.

Le indagini hanno permesso di dimostrare che al raid parteciparono anche i due odierni indagati Laganà e Aiello, i quali presero parte, insieme a Fabio Laganà (padre di Sebastiano e nipote di Aiello), all’investimento e al violento pestaggio di Costanzo, incappato in una vera e propria “trappola” per mettere fine ai dissidi fra le due famiglie, da diversi mesi in contrasto a causa della crisi di coppia sorta fra il figlio dei Costanzo e la figlia dei Laganà.
Dalle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza della zona, i militari hanno subito individuato l’auto utilizzata da Fabio Laganà, appunto una Ford Focus, e l’altra macchina, una Fiat Panda nera, utilizzata dai due complici e riconducibile alla famiglia Aiello.
Dalle indagini è emersa anche la centralità del ruolo di Aiello, il quale aveva precedentemente dato appuntamento a Costanzo in un bar della città per parlare delle questioni familiari, così da farlo uscire di casa a piedi a un orario determinato, mentre invece lo attendevano proprio lì sotto per tendergli l’agguato.
I due arrestati sono stati associati al carcere catanese di Piazza Lanza.

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