Sicilia: cassa integrazione ha frenato la crisi

Autorizzati 72,5 milioni di ore. Fondamentale anche il blocco dei licenziamenti

PALERMO – Il blocco dei licenziamenti e l’ampio utilizzo della Cassa integrazione guadagni hanno mitigato gli effetti della crisi sull’occupazione. I provvedimenti normativi adottati in materia di integrazione salariale durante l’emergenza hanno avuto un forte impatto in termini di ore autorizzate, in particolare in aprile e maggio 2020.
Fino a settembre sono stati autorizzati 72,5 milioni di ore, pari a circa dieci volte il numero di ore autorizzate nello stesso periodo dello scorso anno; gli interventi ordinari e in deroga con causale ‘emergenza sanitaria Covid-19′ coprono l’88,5%. E’ quanto emerge dall’aggiornamento congiunturale della Banca d’Italia sull’Isola.
Oltre i due terzi delle ore per interventi di Cig ordinaria si concentrano nell’edilizia, nel comparto dell’installazione impianti dell’edilizia e nell’industria della meccanica; tra gli interventi in deroga, che rappresentano poco più del 40% del totale, quasi la metà è da attribuire al commercio al dettaglio, alberghi, pubblici esercizi e attività similari.
Alle ore di Cassa integrazione guadagni si aggiungono quelle erogate attraverso i Fondi di solidarietà, che per l’emergenza Covid-19 nei primi nove mesi dell’anno sono state pari a 35,5 milioni, quasi un terzo del totale delle ore autorizzate in regione. Nella media del primo semestre dell’anno le forze di lavoro sono calate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-7,1%) e nel secondo trimestre il tasso di attività per la popolazione tra 15 e 64 anni ha raggiunto il suo minimo storico (47,1%).
La minore partecipazione al mercato del lavoro si è riflessa in una riduzione del tasso di disoccupazione, che è risultato pari al 17,3 % nella media dei primi due trimestri del 2020 (-3,8% rispetto al periodo corrispondente del 2019.
Le domande presentate per usufruire della Nuova assicurazione sociale per l’impiego (NASpI) in Sicilia sono aumentate dello 0,9 per cento nei primi otto mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2019 (del 5,6% nella media nazionale); a seguito dell’emergenza è stata prevista la possibilità di prorogare di due mesi le richieste in scadenza nel periodo tra il 1 marzo e il 30 giugno 2020.

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