Gela, intera famiglia uccisa dal Covid

Prima è morta la madre di 72 anni, poi il figlio di 50 e adesso anche il padre ottantenne

GELA (CALTANISSETTA) – Una intera famiglia di Gela è stata uccisa dal Covid.
Prima la morte della madre di 72 anni, poi il figlio di 50 e adesso anche il padre di 80 anni, deceduto nel reparto di Rianimazione dell’ospedale San Giovanni Di Dio di Agrigento.
Il pensionato, secondo quanto riferisce il personale medico, era affetto da diverse patologie.
Tre componenti di un unico nucleo familiare sono dunque venuti a mancare in circa dieci giorni.
Mamma e figlio erano deceduti nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta: il 31 ottobre la pensionata di 72 anni, il 4 novembre il figlio di 50 anni.
“Dolore, tristezza, incredulità. Siamo sgomenti di fronte all’immane tragedia che ha colpito una famiglia della nostra città, letteralmente spazzata via dal Covid-19”, ha detto il sindaco di Gela Lucio Greco che, insieme alla giunta e ai consiglieri comunali ha voluto esprimere vicinanza ai familiari dei tre gelesi.
“In appena dieci giorni hanno perso, uno dopo l’altro, la loro battaglia contro un virus che non guarda in faccia nessuno – continua il primo cittadino – e che si è portato via anche uno dei loro figli di appena 50 anni, che è spirato a Caltanissetta, nello stesso ospedale in cui aveva combattuto insieme alla madre. Fino alla fine, tutti abbiamo sperato che almeno il padre, ricoverato al San Giovanni Di Dio di Agrigento, si potesse salvare e potesse tornare a casa dai suoi cari, ma così non è stato e la notizia del suo decesso, giunta nelle ultime ore, ci lascia attoniti, addolorati”.
“Questo è il momento del dolore e del silenzio, ma voglio esprimere tutto il mio cordoglio per l’infelice sorte di questo nucleo familiare, non solo a titolo personale ma anche a nome dell’intera amministrazione, del presidente del Consiglio comunale Totò Sammito e di tutti i consiglieri. Stiamo vivendo davvero una fase drammatica, e ora più che mai dobbiamo restare uniti, compatti, solidali. Dobbiamo essere comunità”, conclude.

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