Coronavirus: l’ipotesi del coprifuoco alle 18, centri commerciali chiusi nei weekend

Vertice governo-Regioni su nuovo Dpcm, si pensa a limitazione spostamenti degli over 70. Boccia: "Scuole aperte? Dipende da Rt". Musumeci: "Ridurre mobilità e piani per assistenza a domicilio"

E’ terminata la riunione dei ministri Boccia e Speranza con Regioni, Comuni e Province sulle misure del prossimo Dpcm anti Covid nel corso del quale si è ipotizzato di anticipare il coprifuoco alle 18. Le Regioni in particolare avrebbero chiesto misure uniformi per tutta Italia.
“C’è una condivisione di fondo tra tutti i livelli amministrativi dello Stato: la drammatica situazione che in tutta Europa sta condizionando la vita di milioni di persone – ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci che ha partecipato all’incontro insieme con l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza -. La nostra posizione è uniforme a quella di tutte le Regioni italiane. Due le priorità che poniamo: la riduzione della mobilità e l’adozione di piani terapeutici/farmacologici per l’assistenza al domicilio, limitando così la pressione sugli ospedali“.
Una delle ipotesi prospettate da alcune regioni, in particolare Lombardia, Piemonte e Liguria, è quella di limitare gli spostamenti degli over 70 per cercare di ridurre la diffusione del virus.
Il presidente dell’Anci, Antonio Decaro a nome dei sindaci ha chiesto inoltre la chiusura dei centri commerciali nei weekend, perché è in quei giorni che si concentra l’affluenza, e la chiusura degli sportelli scommesse nelle tabaccherie e nei bar perché è lì che si sposta il flusso di chi trova chiuse le sale scommesse.
I sindaci non si sono mostrati contrari alla limitazione degli spostamenti tra regioni e alla limitazione degli spostamenti nelle ore serali (come già accade in alcune regioni). Infine, in materia di ristori, il presidente Decaro avrebbe proposto che si replichi la buona esperienza della primavera scorsa, quando furono i Comuni, attraverso un’ordinanza di Protezione civile, a gestire i fondi per l’emergenza alimentare rapidamente e capillarmente: cioè che si assegnino agli amministratori locali fondi per buoni spesa per le famiglie più fragili.
I sindaci avrebbero chiesto, a quanto si apprende, che le chiusure siano pianificate in maniera chiara sulla base del rischio, così come era previsto nel documento del Comitato tecnico scientifico condiviso da Governo e Regioni: quel documento individuava i diversi livelli dell’indice Rt in cui dovevano scattare le diverse restrizioni, dalla dad a scuola, alla riduzione degli orari delle attività economiche.
In questo modo – avrebbe spiegato il presidente dell’Anci Antonio Decaro – i cittadini sono coinvolti in un percorso trasparente e rispettano le restrizioni: indice Rt sale, scattano le limitazioni, indice Rt scende, si allentano.
Sulla chiusura delle scuole, il ministro Boccia ha annunciato che “non si deve prendere una decisione univoca, ma deve dipendere dal grado di Rt (indice di contagiosità, ndr) in ogni regione”.
Il confronto tra le Regioni, gli Enti locali e il governo sul testo del nuovo Dpcm proseguirà domani: “Speriamo stavolta sia davvero condiviso – ha detto ancora Musumeci -. Vedo un crescente allarme sociale e di questo dobbiamo essere tutti consapevoli. Scelte forti ma non chiare diventano per i cittadini difficili da accettare. Non ci possiamo permettere errori”.

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