Nuovo dpcm, le proposte delle Regioni: “Palestre rimangano aperte”

Vertice con il governo: i presidenti chiedono una stretta sulla movida, ma localizzata. Passa la linea della Azzolina: "Didattica in presenza"

“Una stretta alla movida, ma localizzata”. E’ questa una delle proposte delle Regioni al vaglio del governo nella riunione sulle misure per contenere l’epidemia Covid. Le due parti cercano di venirsi incontro sui provvedimenti del prossimo dpcm che è in arrivo.
L’orario anticipato di chiusura dei locali alle 22 o alle 23 potrebbe quindi essere applicato sono in alcuni quartieri di quelle città o comuni dove il contagio è più elevato o in altre zone dove è maggiore il rischio di assembramento, come i luoghi della movida e i centri storici. Su questa proposta ci sarebbe il parere favorevole di gran parte del governo e delle stesse Regioni.
Le Regioni invece si sono dette contrarie a una possibile misura restrittiva sulla chiusura delle palestre. “Non erano nelle proposte delle Regioni e non ci sono state prospettate dal governo misure di limitazione per parrucchieri e centri estetici, così come neppure per palestre e piscine”, ha confermato il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, al termine del confronto odierno con i ministri Boccia, De Micheli, Azzolina, Manfredi e Speranza.
Per locali e pub “valutare una misura che consenta dalle ore 18 il solo consumo al tavolo”, hanno proposto le Regioni. “E concedere ai farmacisti la possibilità di poter effettuare tamponi e screening e test salivare”. Tra le richieste dei governatori, anche quella di sospendere fiere e sagre locali ma ad “esclusione delle manifestazioni fieristiche di livello nazionale e internazionale”.
“La scuola in presenza è fondamentale per tutti, dai più piccoli all’ultimo anno del secondo grado”, è la posizione ribadita dalla ministra Lucia Azzolina nel corso dell’incontro. Per le superiori una parte di didattica digitale “è già presente”, ha ricordato la ministra.
Sulla differenziazione degli orari le Regioni chiedono al governo di organizzare eventuali adattamenti per le scuole di secondo grado. Passa dunque la linea del ministero dell’Istruzione: nessuna misura generalizzata, ma interventi mirati, territorio per territorio, e d’intesa con dirigenti scolastici e famiglie. La ministra ha poi chiesto che per risolvere le criticità dei trasporti “non si guardi solo a scuola e università. La scuola ha “già contribuito a decongestionare i trasporti. Ora si agisca anche su altri settori”, ha detto la ministra.

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