Uccisi a pietrate dopo una lite per il pascolo

Caltanissetta. Svolta nelle indagini sull'omicidio dei fratelli La Monaca: un pastore romeno di 22 anni ha confessato VIDEO

CALTANISSETTA – Una traccia di Dna lasciata sull’auto delle due vittime, l’analisi dei tabulati telefonici e la visione attenta delle telecamere dell’impianto fotovoltaico delle campagne di Delia hanno tradito Florin Scurtu, 22 anni, accusato di essere l’autore del duplice omicidio dei fratelli Filippo e Calogero La Monaca, uccisi a colpi di pietra nel loro terreno di contrada Deliella e ritrovati uno semicarbonizzato accanto ad un’autovettura anch’essa data alle fiamme, l’altro poco distante con la testa fracassata.
I carabinieri del nucleo investigativo di Caltanissetta, coordinati dal maggiore Fabio Pasquariello, hanno impiegato poco più di 3 mesi per risolvere quello che all’inizio appariva come un vero e proprio giallo. Movente del duplice omicidio una lite per i pascoli, come lo stesso giovane ha confessato nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto dinanzi al Gip Valentina Balbo.

“Un lavoro investigativo particolarmente difficile vista la complessità della scena del crimine – ha spiegato il colonnello Baldassare Daidone, comandante provinciale dei carabinieri di Caltanissetta – e un delitto di particolare efferatezza avvenuto a colpi di pietra. Qualche giorno prima c’era stato un diverbio tra i due fratelli e l’arrestato il quale era stato redarguito per aver fatto pascolare il gregge nel loro terreno. Il giorno del duplice omicidio Scurtu si è recato dai due fratelli per un chiarimento e la lite è poi degenerata”.
“Prima l’omicida ha colpito Filippo, che tra i due fratelli era quello più in forma pur trattandosi sempre di un anziano, – ha proseguito – Daidone – per poi colpire Calogero che per camminare utilizzava un bastone e con tutta probabilità ha provato a scappare. Il ragazzo, seppur basso di statura, è dotato infatti di una notevole forza fisica. Dopo il delitto il giovane ha tentato maldestramente di occultare i due cadaveri. Quello di Filippo è stato messo vicino ad un’auto data alle fiamme mentre quello di Calogero è stato nascosto a 200 metri all’interno di un edificio utilizzato anche come deposito degli attrezzi”.

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