Condannati Bianco e l’ex giunta

L'ex sindaco di Catania dovrà risarcire 48 mila euro "per aver contribuito al dissesto finanziario del Comune". La replica: "La storia di questi 30 anni non può essere ribaltata"

CATANIA – La Sezione giurisdizionale della Corte dei conti della Sicilia ha condannato l’ex sindaco di Catania, Enzo Bianco, a risarcire il Comune per 48 mila euro e l’interdittiva legale per 10 anni.
Con Bianco è stata condannata la sua giunta in carica tra il 2013 e il 2018 e l’allora collegio dei revisori di conti “per avere contribuito al verificarsi del dissesto finanziario” del Comune.
Gli assessori hanno avuto condanne da 51 mila fino a 14 mila euro. Per i revisori dei conti l’interdittiva è per cinque anni. Il giudice della Corte dei Conti Salvatore Grasso ha stabilito l’interdittiva per dieci anni per Enzo Bianco, Luigi Bosco, Rosario D’Agata, Giuseppe Girlando, Orazio Antonio Licandro, Angela Rosaria Mazzola, Salvatore Di Salvo, Marco Consoli Magnano San Lio, Angelo Villari, Valentina Odette Scialfa Chinnici.
L’ex sindaco non potrà candidarsi per dieci anni a cariche pubbliche e non può ricoprire la carica di amministratore pubblico. Gli assessori non potranno ricoprire la carica di amministratore negli enti pubblici per dieci anni.
Il giudice ha disposto che i revisori dei conti Natale Strano, Calogero Cittadino, Fabio Sciuto, Francesco Battaglia e Massimiliano Lo Certo non potranno ricoprire questo ruolo negli enti locali per cinque anni.
Enzo Bianco dovrà restituire al Comune di Catania, 48 mila euro, Luigi Bosco, 44 mila euro, Rosario D’Agata, 44 mila euro, Giuseppe Girlando, 44 mila euro, Orazio Antonio Licandro, 22 mila euro. Angela Rosaria Mazzola, 44 mila euro, Salvatore Di Salvo, 44 mila euro, Marco Consoli Magnano San Lio, 51 mila euro, Angelo Villari, 44 mila euro, Valentina Odette Scialfa Chinnici, 44 mila euro, Natale Strano, 21 mila euro, Calogero Cittadino, 14 mila euro, Fabio Sciuto, 21 mila euro, Francesco Battaglia, 14 mila euro e Massimiliano Carmelo Lo Certo, 14 mila euro.
Le indagini che hanno portato al decreto della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti sono state eseguite dalla Guardia di Finanza di Catania, coordinata dal procuratore della Corte dei Conti. “Si deve ritenere che l’elemento soggettivo della colpa grave debba essere riscontrato nella condotta di tutti coloro i quali abbiano, – scrive il giudice nel decreto – nel corso di almeno due esercizi di bilancio, continuato ad approvare o ad apporre pareri favorevoli, nonostante il permanere delle predette criticità”.
“E’ chiaro che una vicenda così complessa dovrà avere lunghi ed approfonditi passaggi. Si tratta di un decreto non definitivo e non esecutivo – e non di una sentenza – a cui ovviamente faremo opposizione”, afferma l’ex sindaco di Catania Enzo Bianco.
“Siamo soltanto alla prima fase di un giudizio di primo grado della Corte dei Conti – aggiunge – che si concluderà davanti ad un collegio: avremo quindi modo di dimostrare la piena correttezza dei comportamenti della mia Giunta. Pur non condividendola, prendo atto di questa prima decisione con il rispetto che sempre ho avuto e sempre avrò della Magistratura. D’altronde la stessa Corte ci ha dato atto in più occasioni della efficacia delle azioni che abbiamo avviato in campo, per esempio sulle spese del personale, sui costi degli organi politici, sui fitti passivi”.
“La storia di questi 30 anni non può essere ribaltata e lavoreremo per ristabilire la verità. In me c’è amarezza. Ma anche la serenità e la piena consapevolezza di aver operato correttamente. Come sempre è stato riconosciuto nella mia lunga ed appassionata attività a favore della mia Città ed del mio Paese”, conclude.

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