Caronia, la conferma del procuratore: “Resti compatibili con età di Gioele”

Trovate a circa 200 metri dall'autostrada una magliettina e ossa che sarebbero state straziate dagli animali selvatici. La segnalazione è giunta da un ex carabiniere: "Abbiamo cercato dove gli altri non erano andati"

MESSINA – “Abbiamo trovato dei resti umani che sono compatibili con quelli di un bambino dell’età di Gioele”. Così il procuratore di Patti Angelo Cavallo, incontrando i giornalisti al termine del sopralluogo dove questa mattina è stato effettuato il ritrovamento di quelli che sarebbero i resti di Gioele Mondello, scomparso con la madre Viviana il 3 agosto.
“I resti sono compatibili con un bambino di 3 o 4 anni – ha puntualizzato il magistrato – ovviamente ancora non possiamo dare certezze scientifiche, vanno fatti tutti gli accertamenti medico legali”.
Il procuratore ha aggiunto che sono stati ritrovati anche i frammenti di alcuni indumenti che saranno mostrati al padre e ai familiari del bimbo per una conferma che si tratti di quelli che Gioele indossava al momento della scomparsa. “In questo momento – ha aggiunto Cavallo – ci dobbiamo stringere attorno a questa famiglia e a questo bambino. Abbiamo sempre pensato che si trovasse in questo posto e i fatti ci hanno dato ragione. Ringrazio tutte le persone che a qualsiasi titolo hanno contribuito alle ricerche. Ora dobbiamo lavorare come abbiamo fatto finora e andare a fondo a questa storia triste”.
Cavallo ha cercato di troncare le polemiche sulle ricerche del piccolo Gioele: “In questo momento non interessa chi lo abbia trovato. L’importante è averlo trovato. Ma appureremo anche questo. Noi abbiamo sempre detto che dovevamo insistere in queste ricerche in questo posto e che più avevamo persone disponibili più probabilità c’erano di trovarlo. Avete sentito le motoseghe utilizzate per disboscare la vegetazione lo stato dei luoghi è difficile. Che lo abbia trovato un volontario o altri non interessa in questo momento”.
“Ci siamo fatti delle ipotesi su quanto sia successo – ha aggiunto il procuratore di Patti – se ne sono rafforzate alcune ne abbiamo scartate delle altre. Perdono quota piste riconducibili ad ambiti familiari. Ma lasciateci lavorare e fare tutti i ragionamenti del caso. Molte ipotesi restano ancora in piedi dobbiamo lavorare e riflettere. L’autopsia verrà effettuata a breve” .
Le tracce individuate vicino all’autostrada Messina-Palermo sarebbero dunque di Gioele Mondello. Per gli uomini che coordinano le ricerche del bambino i resti ossei e la maglietta portano a lui “al 99 per cento”. I resti sarebbero stati straziati dagli animali selvatici che li avrebbero trascinati all’interno di una fitta radura, tra la boscaglia che circonda la zona, a circa a 200 metri dalla piazzola in cui Viviana Parisi aveva abbandonato la macchina dopo aver subito un incidente ed a 700 metri dal traliccio sotto al quale è stato trovato il cadavere della donna.
Daniele Mondello, il padre del piccolo Gioele, è giunto in lacrime sulla bara dove sono stati adagiati i resti umani trovati questa mattina nelle campagne di Caronia. Il feretro è stato composto al termine del sopralluogo compiuto dai medici legali e dalla scientifica, alla presenza del procuratore Cavallo. Alla scena straziante hanno assistito anche i familiari.
Le tracce sono state segnalate da uno dei volontari che da giorni affiancano vigili del fuoco, forestali e poliziotti. “Sono arrivato sul posto alle 5 del mattino. Abbiamo trovato i resti dove gli altri non avevano cercato, ha raccontato Giuseppe Di Bello, carabiniere in pensione. Di Bello, che ha partecipato alle ricerche del piccolo da volontario, si è fatto largo tra i cespugli fitti con una falce. “La scoperta è avvenuta intorno alle 10.20 – aggiunge – E ho subito dato l’allarme”.
“Le zone vanno esaminate a vari livelli, ci sono livelli in cui si cerca una persona viva, ci sono livelli in cui si cerca qualcosa di più. Poi ci sono livelli in cui si cercano parti introvabili e si va con un’altra intensità di ricerca che comunque è stata fatta”, ha spiegato Ambrogio Ponterio, vice dirigente del comando provinciale dei vigili fuoco, che coordina dal primo giorno le ricerche del piccolo Gioele.
“È arrivata questa persona che è un conoscitore dei luoghi – spiega Ponterio – con strumenti atti a farsi spazio tra la vegetazione: aveva un falcetto che gli consentiva di passare dove riescono a intrufolarsi gli animali selvatici”. A chi gli ha fatto notare che sono stati usati anche dei droni, senza riuscire a individuare il corpo del piccolo Gioele il vice comandante dei Vigili del fuoco ha obiettato: “I droni dall’alto con questa fitta vegetazione riescono a vedere quello che è nascosto dalla boscaglia”.

scroll to top