“Ministra, posso dirle una parola?”

Visita del ministro Lamorgese a Lampedusa: "L'attenzione del governo qui è massima". Il dialogo con una cittadina

AGRIGENTO – Mentre continuano gli sbarchi, l’ultimo di otto tunisini (fra cui due minorenni) soccorsi da una motovedetta della guardia di finanza e portati all’hotspot di contrada Imbriacola, a Lampedusa è arrivata la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese con il capo della polizia Franco Gabrielli, per un incontro con il sindaco Totò Martello.
“Cercheremo delle soluzioni per non pesare su questa comunità”, ha detto Lamorgese rassicurando sulla vicinanza del governo agli isolani, alle prese con i problemi determinati dai migranti.
Ad attenderla davanti alla sede del Comune un gruppo di isolani, guidati dall’ex senatrice della Lega Nord Angela Maraventano, che ha manifestato a gran voce e ha esposto uno striscione bianco con scritto in rosso ‘scafisti’. Proprio da Lampedusa la scorsa settimana, dopo un’ondata di sbarchi, il presidente della Regione Nello Musumeci ha chiesto lo stato d’emergenza anche perché la stagione turistica è stata pregiudicata dall’emergenza sanitaria per il coronavirus. Gli isolani, da sempre popolo d’accoglienza, temono che l’emergenza immigrazione si traduca, per Lampedusa, nel concreto rischio contagio da Covid.
Una donna di Lampedusa si è avvicinata alla ministra: “Mi scusi, una parola gliela posso dire? Una sola”. Il capo del Viminale non ha rifiutato il faccia a faccia e, attraversando la strada, ha incontrato la donna. “Un gruppo di migranti mi ha rubato una barca, appena arrivata sull’isola, causandomi un danno di oltre 15 mila euro. Ho anche i filmati che possono dimostrare il furto”, ha detto l’isolana al ministro.
La delegazione ha lasciato l’isola dopo poche ore. “L’attenzione del governo per Lampedusa è massima – ha garantito il capo del Viminale – . Tutti i migranti che sbarcano su queste coste verranno sottoposti a test sierologici”.

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