“Zero possibilità Covid vada via in estate. E si può trasmettere anche solo parlando”

La virologa Capua: "Virus fragile ma di facile diffusione". Studio statunitense allarga le ipotesi

FIRENZE – Ci sono “zero possibilità” che il coronavirus scompaia con l’estate, “questo è un fenomeno di portata epocale. Siamo di fronte a una emergenza sanitaria, ma non è un tunnel senza fine. Ne usciremo” anche se “saremo tutti diversi”. A sostenerlo, nel corso di una diretta Instagram con il sindaco di Firenze Dario Nardella, è stata la virologa Ilaria Capua che dirige l’One health center of excellence all’università della Florida.
Capua, in riferimento al virus della Sars, ha ribadito che in quel caso “è scomparso con l’estate ma non per il caldo. La Sars è stata fermata da un contenimento, non dal caldo”. Tra i problemi che hanno portato alla diffusione del coronavirus anche la globalizzazione, la possibilità di spostarsi rapidamente da una parte all’altra del mondo: “La pandemia spagnola – ha spiegato – ci ha messo due anni a fare il giro del mondo perché è ‘andata’ a piedi, con le navi”. Il coronavirus, ha aggiunto, “non è un virus super resistente, anzi è fragile” ma si trasmette con grande facilità”.
A questo proposito dall’Accademia delle scienze Usa arriva un nuovo studio: “Il Covid potrebbe trasmettersi anche quando la gente respira e parla, non solo quando starnutisce o tossisce”. L’accademia ha riferito i dati alla Casa Bianca, citati anche da Anthony Fauci, massimo esperto americano di malattie infettive e figura iconica della task force del presidente Donald Trump contro il coronavirus.
Fauci ha fatto riferimento ad informazioni secondo cui “il virus potrebbe in realta’ trasmettersi quando la gente sta solo parlando, piuttosto che solo quando sternuta o tossisce. I lavori di ricerca attualmente disponibili sostengono la possibilità che il Covid-19 possa essere trasmesso dagli aerosol biologici generati direttamente dalla respirazione dei pazienti”, ha scritto Harvey Fineberg, presidente della commissione malattie infettive emergenti in una lettera a nome dell’Accademia e rivista da vari altri esperti.

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