“Tornare a scuola non avrebbe senso, vanificherebbe gli sforzi fatti finora”

A giorni la decisione definitiva del governo. La ministra Azzolina: "Significherebbe far muovere ogni giorno oltre 8 milioni di studenti. Pagelle saranno vere anche con i 4 e i 5"

ROMA – A scuola non si torna, anche se l’annuncio ufficiale arriverà a giorni.
Ad anticiparlo su Facebook è la stessa ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina: “A giorni il governo prenderà una decisione, ma a mio avviso riaprire ora le scuole, per poche settimane, mentre il Paese conta oltre 500 morti al giorno per il coronavirus, rischierebbe solo di vanificare gli sforzi fatti. Dobbiamo fare ancora qualche sacrificio per poter tornare a scuola nello stesso modo in cui ci andavamo prima. E intanto dobbiamo sostenere studenti e docenti nella didattica a distanza. E soprattutto aiutare le famiglie in questa fase così impegnativa”.
La ministra, in un’intervista al Corriere della Sera, sottolinea che a fine anno scolastico ci sarà una pagella con dei voti ‘veri’, anche con le insufficienze, i 4 e i 5, e l’esame di maturità sarebbe auspicabile farlo a scuola. “Con l’attuale situazione sanitaria, ogni giorno che passa allontana la possibilità di riaprire a maggio. Significherebbe far muovere ogni giorno oltre 8 milioni di studenti”.
“Se lo studente merita 8 avrà 8, se merita 5 avrà 5 – spiega Azzolina – la didattica a distanza ci ha permesso di mettere in sicurezza l’anno che altrimenti sarebbe andato perso. Alla fine tutti avranno un voto. Chi risulta insufficiente recupererà il prossimo anno con attività individualizzate”. Per la maturità “ricevo lettere di studenti che mi chiedono un esame in presenza: sarebbe auspicabile, vedremo se si potrà. Escludo l’ipotesi mista: studenti a scuola e professori a casa”.
Se non si dovesse tornare a scuola a maggio, osserva Azzolina, “aiuteremo le famiglie con un’estensione del congedo parentale e del bonus baby-sitter”. Prolungare le lezioni in estate non è possibile perché “la scuola ha chiuso ma non si è mai fermata. Significherebbe non riconoscere il lavoro di queste settimane. E l’Italia ha già uno dei calendari più lunghi d’Europa”.
Per la ripresa a settembre la commissione “sarà guidata da Patrizio Bianchi. Lavoriamo per la riapertura ma anche per la scuola che dovrà nascere da questa emergenza. Serve un grande progetto di innovazione”.
A settembre “dedicheremo le prime settimane al lavoro per chi è rimasto indietro o ha avuto insufficienze. Ma non abbiamo stabilito le date, lo faremo insieme alle Regioni”. Poi, “se sarà necessaria la didattica a distanza, ci faremo trovare pronti. Oltre ai fondi già stanziati arriveranno presto altri 80 milioni. Non mi piace l’idea di studenti con la mascherina a scuola”.
Per i professori necessari in cattedra a settembre: “I concorsi si faranno. È l’unico modo per poter assumere a settembre. Quello straordinario per 24 mila precari si svolgerà appena le condizioni lo permetteranno. I docenti casomai saranno assunti dal primo settembre”.

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