Pogliese e De Luca bocciano Conte: “Bisognava differenziare tra regioni”

Il sindaco di Catania: "Contenuti in contraddizione con quanto si immaginava". Il collega di Messina annuncia le sue controproposte VIDEO


“Ho avuto modo di leggere il nuovo Dpcm che entrerà in vigore il 4 maggio, non vi nascondo che sono rimasto particolarmente deluso”. Usa toni critici il sindaco di Catania Salvo Pogliese per commentare il decreto illustrato dal premier Conte sulla Fase 2.
“I contenuti – spiega il sindaco – sono in contraddizione con quanto il premier aveva fatto immaginare nei giorni precedenti. Mi riferisco alle mancate aperture di alcuni settori nevralgici della nostra economia, ai negozi che potranno aprire solo dal 18 maggio, ai bar e ristoranti che riapriranno il primo giugno”.
“Sarebbe stato molto più opportuno – aggiunge Pogliese – diversificare le aperture in base ad alcuni indicatori statistici obiettivi con misure più stringenti dove il fenomeno è particolarmente intenso dando altresì la doverosa possibilità di ripartire ad alcune regioni come la nostra”.
“La nostra economia sta vivendo una fase drammatica. Credo sia possibile dedicare un’attenzione particolare ai dispositivi di sicurezza, alle distanze e al contingentamento dei flussi all’interno dei negozi facendo ripartire la nostra economia”.
“Mi auguro si possa registrare un’inversione di tendenza. Vedo troppa confusione e troppe contraddizioni. C’è assoluta necessità di ripartire, ovviamente nel rispetto assoluto della salute pubblica”.

Critico anche il sindaco di Messina: “Quella del governo è una costante improvvisazione – dice Cateno De Luca -. Questa apertura a rate che ci è stata propinata a chi è utile? Gli italiani in questo momento hanno bisogno di certezze. Sarebbe stato opportuno che ci si prendesse la responsabilità, comunicando una data precisa, pur se ancora posticipata di un mese per ottenere una maggiore tranquillità”.
Inoltre, si chiede De Luca, “perché se il 70% dei contagi sono ancora concentrati su 3 regioni del Nord, dobbiamo applicare le medesime restrizioni in tutta Italia? Sono solidale ai nostri amici del Nord, però non è logico tenere il territorio italiano in libertà vigilata. Anche qui non si è avuto il coraggio di differenziare, considerando che esiste ancora il divieto di transitare da una regione all’altra. Dite una volta per tutte agli italiani che situazione c’è. Abbiamo una palese mancanza di coraggio”.
Il sindaco di Messina annuncia una controproposta. “Non basta solo criticare. La comunicheremo a tutti alle ore 18.45 nella nostra quoditiana diretta Facebook. Anticipo che tale proposta prevede una differenziazione territoriale, per come è attualmente la geografia del virus in Italia. Introdurre in Italia il concetto di libertà vigilata sarebbe una scelta strategica. Tutte le attività vanno aperte, ma secondo una nuova modalità. Parlo per esempio delle chiese, per le quali io sono favorevole all’apertura, anche prenotando per partecipare alla Santa Messa. Lo stesso dicasi per i cimiteri. Non è possibile continuare a tenerli chiusi. La stessa cosa per tutte le altre attività. Non si può continuare così, utilizzando anche il metro adottato per i nostri fratelli settentrionali: è sbagliato”.

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