“No a guerra Nord-Sud, stiamo uniti”

Il ministro Speranza: "Guai a dividersi e ad alimentare polemiche, la battaglia non è vinta". Il sindaco di Messina: "Scontri tra regioni ci indeboliscono"

No alle polemiche e soprattutto no alla guerra tra Nord e Sud sulla cosiddetta Fase 2. Su questi due punti, in particolare, si è concentrato l’intervento del ministro della Salute, Roberto Speranza, alla trasmissione Circo Massimo a Radio Capital.
“Abbiamo tutti insieme approvato le norme perché il 4 maggio sia una data attorno alla quale dobbiamo costruire questa Fase 2 – ha detto il ministro -. Mi auguro che al più presto ci possa essere un incontro tra le forze sociali e con loro irrobustire il documento del 14 di marzo che ci ha aiutato in queste settimane difficili per avere sicurezza nei luoghi di lavoro. Ma voglio essere chiaro su un punto: la battaglia non è vinta”.
“Ora è il momento di lavorare insieme, senza alcuna polemica, gomito a gomito – ha aggiunto – . Lombardia sotto attacco? Lavoro ogni giorno e ogni ora con tutte le regioni italiane per affrontare questa sfida. Guai a dividersi o ad alimentare polemiche”.
“Ieri nel nostro Paese – dice ancora Speranza – ci sono state oltre 400 persone morte per il coronavirus. Di fronte a una situazione del genere non si fa polemica o altro, per me si lavora pancia a terra sui problemi che ci sono sul tavolo”.
“La sfida che è arrivata al nostro Paese e al mondo intero è tremenda e senza precedenti – prosegue – tutto si può fare in questa sfida tranne che inutili polemiche senza senso. Oggi dobbiamo lavorare insieme, con tutte le Regioni del nostro Paese, gomito a gomito, per dare una risposta. Quando saremo fuori da questa emergenza ci siederemo e vedremo quali sono le soluzioni costituzionali migliori. Oggi è il momento in cui dobbiamo unire il Paese”.
Sull’argomento è intervenuto anche il sindaco di Messina, Cateno De Luca: “Per la situazione che ci apprestiamo a vivere chiediamo decisioni immediate e chiare, soprattutto per quelle che devono essere le precondizioni per poter ripartire. È essenziale una decisione in merito alle condizioni che in ogni contesto pubblico e privato, attività economiche e non, occorre applicare per tale seconda fase, onde evitare rischi che ci facciano ripiombare nella pandemia”.
“La guerra Nord contro Sud non serve, non risolve il problema, anzi ci indebolisce. Alcune decisioni devono riguardare tutto il territorio nazionale, fermo restando che ogni regione ha il dovere di definire una strategia aggiuntiva rispetto a quella che è un’evidente differenziazione del contagio all’interno del territorio italiano”.
“Qualcuno si prenda la responsabilità di decidere cosa e come fare – conclude il primo cittadino -. Assistere a proclami estemporanei, in cui si annunciano improvvisi allentamenti alle restrizioni, senza aver stabilito le condizioni che ciascuno di noi deve rispettare in ossequio alla nuova fase di ‘libertà vigilata’, che ci aspetta per almeno un anno – fino al vaccino per intenderci -, significa vanificare i sacrifici fatti e ricadere nell’identica situazione di due mesi fa. Si faccia in fretta, per evitare che tale insicurezza, sfoci in dissenso popolare, con il rischio di plateali manifestazioni di ribellione”.

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