Catania, dipendente St positivo al Covid 19. “Chiudere due settimane per sanificazione”

I sindacati: "Lo smart working non è bastato, stop produzione con ammortizzatori sociali per i lavoratori"

CATANIA – Tra i cinque i casi di dipendenti della multinazionale STMicroelectronics positivi al Covid-19, uno è catanese. Si tratta di un dipendente assente dal 6 marzo. Sono state identificate e contattate le persone che hanno avuto contatti stretti con il dipendente poi risultato positivo. “In via precauzionale, e per attuare le misure e i protocolli più stringenti fissati dalle autorità sanitarie nazionali e locali”, l’azienda ha “chiesto ai componenti del team che lavoravano con lui di astenersi dal rientrare al lavoro”.
“Continueremo a monitorare da vicino lo stato di salute dei dipendenti – affermano dalla multinazionale – fino al completo ristabilimento, pronti a supportare loro e le loro famiglie. Il loro stato di salute non ha impatto significativo sulle attività operative”.
“In St – sottolinea l’azienda – abbiamo due driver primari per la nostra strategia e le iniziative che prendiamo di conseguenza: prima di tutto, ottimizzare la prevenzione dell’infezione e supportare i nostri dipendenti e le loro famiglie; e in secondo luogo, mettere in pratica i nostri piani di business continuity, monitorando da vicino la situazione per tutta la catena di fornitura e lavorando con i nostri clienti, fornitori e partner”.
Ma i sindacati chiedono la chiusura del sito: “Si proceda alla pulizia e sanificazione dello stabilimento, così come previsto dalle regole anticontagio – affermano Enza Meli, Matteo Spampinato e Giuseppe Caramanna, di Uil e Uilm di Catania – Ma questo non si può fare con i lavoratori in fabbrica e senza garantire loro gli ammortizzatori sociali previsti dalla legge. Chiediamo al premier Conte il rispetto delle norme in vigore e del protocollo governo-parti sociali sull’emergenza Covid19”.
“I lavoratori e le loro famiglie – aggiungono i sindacati – vivono giorni di comprensibile angoscia, mentre la Uilm il 15 marzo s’è rifiutata di sottoscrivere un accordo e ha proclamato sciopero considerando inadeguate le misure di tutela della salute che sono state proposte e attuate dal management di St Catania”.
“Grandi gruppi come Fca, Leonardo, Fincantieri e Volkswagen – ricordano – hanno già scelto di tutelare la salute dei lavoratori, quindi il futuro aziendale, fermando le attività produttive. St, con i suoi 4.500 occupati nel solo sito di Catania, ha dimezzato grazie allo smart-working la presenza di personale in fabbrica, ma evidentemente non basta per impedire eventuali contagi”.
Per questo Uil e Uilm chiedono “di bloccare per due settimane le produzioni per pulizia e sanificazione”. “Non si può fare, però, con i lavoratori in fabbrica – chiosano – e senza assicurare loro il diritto agli ammortizzatori sociali”.
Dello stesso parere anche la Fim Cisl regionale e la Cisl di Catania: “L’azienda – ricorda Piero Nicastro, segretario generale Fim Cisl Sicilia – in ottemperanza alle indicazioni del Ministero della Salute deve organizzare interventi particolari di pulizia, principalmente per garantire la certezza della non contaminazione di tutti i locali interni, e non da meno per ridurre sensibilmente la paura che in questo momento assale la quasi totalità dei lavoratori e delle lavoratrici”.
“La direzione accolga le richieste di ferie e di permessi che dovessero arrivare anche senza il dovuto preavviso – aggiunge -, rallenti le attività e utilizzi questi giorni per avviare la procedura di pulizia approfondita e di sanificazione di tutti gli spazi interni, compresi tutti i servizi. Nel frattempo monitoreremo la situazione e il suo evolversi e saremo pronti, come sempre, a rivendicare all’Azienda le necessarie condizioni per il bene di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori”.
Secondo Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl catanese “è necessario, inoltre, rivedere e condividere le procedure di sicurezza, così come sottoscritto nell’accordo tra Cgil-Cisl-Uil e il governo nazionale, non solo con gli Rls di stabilimento, ma anche con tutte le figure previste dal decreto legislativo 81/2008 (Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro), in modo da adottare tutte le possibili precauzioni non solo per evitare la diffusione ma anche per fronteggiare i legittimi timori sul contagio e sulla salute di tutti i lavoratori”.

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