La Cina mette al bando South Park

Pechino si ritiene offesa dal cartoon americano, le scuse sarcastiche degli autori: "Anche noi amiamo i soldi più della libertà"

ROMA – Gli autori della serie tv animata statunitense South Park, Matt Stone e Trey Parker, hanno risposto per le rime alla Cina – sotto forma di quelle che hanno definito “scuse ufficiali” – dopo che Pechino ha messo al bando lo show dal cyberspazio cinese. L’episodio sotto accusa, riporta la Cnn, è il ‘Band in China’, una critica di come Hollywood modelli i suoi contenuti per evitare di offendere i censori governativi cinesi.
South Park, del resto, non ha mai temuto di essere offensiva, ed è per questo che la serie è praticamente scomparsa dagli schermi in Cina: secondo quanto riporta Hollywood Reporter, ogni clip, qualsiasi discussione sui servizi di streaming cinesi, sui social media e persino sulle ‘fan page’ sono state cancellate dal governo.
Stone e Parker si sono scusati, ma a modo loro: “Come la Nba, noi accogliamo i censori cinesi nelle nostre case e nei nostri cuori – hanno scritto su Twitter -. Anche noi amiamo i soldi più della libertà e la democrazia”. Il riferimento è alla decisione della tv statale cinese Cctv di sospendere la trasmissione delle partite della Nba dopo la bufera scatenata dal tweet di sostegno alle proteste pro-democrazia di Hong Kong da parte del numero uno dei Rockets di Houston, squadra in cui ha giocato la star cinese Yao Ming.
Ma gli autori del cartoon sono andati oltre e nel messaggio hanno ricordato anche la censura di Winnie the Pooh nel 2017 per presunti riferimenti derisori al presidente Xi Jinping. “Xi non assomiglia affatto a Winnie the Pooh – hanno scritto -. Sintonizzatevi sul nostro 300/o episodio questo mercoledì alle 10!. Lunga vita al Grande Partito Comunista della Cina!. Che il raccolto di sorgo di questo autunno sia abbondante. Adesso siamo bravi Cina?”.

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