Etna, si risveglia il cratere Voragine: “Il più pigro, ma forse il più violento”

Esplosioni ed emissione di cenere diluita dal cratere centrale. Ingv: "Continua l'attività del cratere Nord Est con tremore a livello medio-alto"

CATANIA – Dopo l’intensa attività stromboliana al cratere di Nord-Est dell’Etna nei giorni scorsi, ora si sta risvegliando il cratere Voragine (conosciuto anche come “cratere Centrale”), che da maggio 2016 non aveva mostrato attività eruttiva, a parte qualche emissione di cenere a giugno.
Questa nuova attività, che avviene ad intermittenza ogni ora già a partire dalle 4 della notte, ha permesso ai tecnici dell’Ingv di constatare che le emissioni di cenere sono progressivamente aumentate in frequenza e hanno prodotto cenere diluita che si è dispersa rapidamente in area sommitale. Un segno che potrebbe arrivare nuovo magma alla Voragine.
“La Voragine è quello che chiamo “il cratere più pigro ma possibilmente anche più violento” fra i crateri sommitali dell’Etna – spiega il vulcanologo Boris Behncke – In molti ricorderanno gli spettacolari parossismi del 3-5 dicembre 2015 e alcuni forse anche quelli del 22 luglio 1998 e del 4 settembre 1999”.
L’osservatorio etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia comunica, inoltre, che il miglioramento delle condizioni meteo, a partire dalle 18 circa di ieri, ha permesso di osservare che continua l’attività esplosiva al Cratere di Nord Est con intensità variabile, l’ampiezza ha mostrato oscillazioni del tremore intorno a valori medio-alti, che tutt’ora permangono. Relativamente all’ubicazione della sorgente del tremore, nelle ultime 24 ore, continua ad essere confinata nell’area del Cratere di Nord Est, a quote che oscillano tra i 2.000 e i 2.800 metri. Dalle reti di monitoraggio delle deformazioni del suolo non si osservano variazioni significative.

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